La Nuova Sardegna

Paolo Truzzu: «Cagliari invasa, impossibile controllare tutti»

Paolo Truzzu: «Cagliari invasa, impossibile controllare tutti»

Il sindaco del capoluogo sul boom di contagi e di morti nell’area metropolitana. «Colpa di Europei e Pride. Le ordinanze? Nel week end 20mila persone in giro»

31 agosto 2021
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CAGLIARI. Rispetto alle prime fasi della pandemia, la situazione tra nord e sud dell’isola si è ribaltata. Prima nell’occhio del ciclone c’era Sassari, ora c’è Cagliari. Ne abbiamo parlato col sindaco del capoluogo, Paolo Truzzu.

Sindaco, come se lo spiega?
«Innanzitutto basta fare un giro a Cagliari e vedere quanta gente c’è. Abbiamo avuto un boom di presenze turistiche. Nel calcolo dei casi bisognerebbe tenere conto anche del fatto che non ci sono solo i residenti, ma anche un numero enorme di turisti. Poi ricordo che ci sono stati tre grandi assembramenti a luglio, la semifinale e la finale dei campionati europei e il Pride. Tra i giovanissimi abbiamo avuto qualche caso legato ai campi scuola che poi è stato portato nelle famiglie. Aggiungiamo che la gente di fatto sta conducendo una vita normale: tutte queste cose hanno influito».

A Cagliari c’è anche il maggior numero di contagi e anche diversi morti...
«Da circa un mese abbiamo numeri stabili, nell’ultima settimana c’è stata anche una diminuzione. Lunedì scorso i positivi erano 1144. Durante la settimana le cifre sono state più o meno costanti con oscillazioni tra i 1100 e i 900 positivi».

Non ritiene di aver avuto un atteggiamento un po’ troppo morbido? Dopo l’incontro dei sindaci dell’area metropolitana con l’Ats aveva detto che non avrebbe preso ulteriori misure restrittive...
«L’Ats aveva dato mandato ai Comuni di adottare eventuali provvedimenti ulteriori. Ionon sono un medico, né un virologo né un epidemiologo: abbiamo chiesto al commissario dell’Ats quali misure si sarebbero potute adottare. Dopo l’incontro con i sindaci si è concordato che, vista la situazione, non erano necessarie ulteriori misure».

Eppure alcuni sindaci le hanno adottate e le stanno adottando. Rimane convinto che non siano necessarie?
«Altri sindaci hanno fatto delle ordinanze che ricalcano quella che avevo fatto io il primo giugno, che vieta il consumo da asporto dopo le 21».

Ma queste ordinanze raramente vengono rispettate...
«Come tutte le ordinanze. Cerchiamo di farle rispettare. Ma lo sa che a Cagliari, nelle vie del centro, durante il week end ci sono 20 mila persone? Diventa complicato far rispettare le ordinanze, ci vorrebbero 10mila vigili urbani. E in ogni caso il compito di far rispettare le regole non spetta solo al Comune. Ci sono anche tutte le altre forze dell’ordine. E devo dire che su questa cosa dei controlli siamo stati lasciati abbastanza soli».

Cagliari avanti nei contagi e indietro con i vaccini. Le due cose potrebbero anche essere legate. E lei si è beccato l’accusa di essere piuttosto morbido sulla questione delle vaccinazioni. Cosa risponde?
«Ecco questa è una cosa che non solo mi indispettisce: mi fa proprio incazzare. Se l’hub di Cagliari, che è una struttura al servizio di mezza regione, è aperto e funziona è grazie al supporto fondamentale del Comune. La struttura funziona anche grazie al lavoro dei vigili urbani, della protezione civile, grazie al sostegno logistico del Comune».

Altra accusa: ha avuto un atteggiamento “ambiguo”...
«Io sono pro vax senza dubbi. E lo sono dall’inizio. Sono vaccinato e sono convinto che i vaccini siano l’unica arma che abbiamo per contrastare il virus, ci consente di limitare i danni».

Ha in mente iniziative particolari per convincere chi ancora non si è vaccinato a farlo?
«Io faccio il possibile per tentare di far capire a tutti che dobbiamo fare il vaccino. Una volta a settimana rinnovo l’invito a vaccinarsi. E per questa mia posizione mi prendo sui social anche gli insulti dei no vax. Mi sorprende che chi ora mi critica perché troppo morbido prima mi criticava perché troppo duro. Da metà luglio abbiamo avviato una campagna con gli studenti. Con l’Ats abbiamo organizzato un’open night per la vaccinazione dei giovanissimi. È stato studiato anche in vista del ritorno a scuola. Ma chiunque può approfittare dell’occasione per vaccinarsi senza prenotazione».

Intanto gli ospedali cagliaritani soffrono. Che si può fare?
«È vero, gli ospedali sono in sofferenza. ma anche qui il discorso è analogo a quello degli hub vaccinali: gli ospedali cagliaritani sono al servizio di mezza sardegna. Cagliari si mette a disposizione e io ringrazio chi, con sacrificio e abnegazione, si dedica ogni giorno a cercare di risolvere i problemi».

E i manifesti dei no vax? Sta valutando l’ipotesi di farli rimuovere?
«Mi sta dicendo che come sindaco dovre controllare il contenuto di tutti i manifesti che vengono affissi in città? Il sindaco non deve fare il censore di cose che altri non censurano. Quei manifesti veicolano un’informazione che non condivido, ma perché dovrei prendermi una responsabilità a cui non sono preposto? Se ci fosse un problema sanitario, o di sicurezza o di ordine pubblico potrei intervenire. Se invece c’è qualche reato qualcuno interverrà». (r.pe.)

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