La Nuova Sardegna

Sassari

Caccia ai rapitori di Maganza, poche speranze

Maganza
Maganza

Manca una pista privilegiata dopo la scomparsa della puledra favorita nelle gare

11 giugno 2009
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OZIERI. «Maganza» è introvabile. Dissolta nel nulla, dopo essere stata «rapita» dal suo box all’interno dell’ippodromo di Chilivani. Nessuna traccia, nessun indizio, nessun elemento che possa portare gli investigatori su una pista da seguire. L’unica certezza è che la puledra di 4 anni, orgoglio dell’allevamento sardo, non potrà correre su una pista con il suo galoppo potente. Chissà dove verra tenuta rinchiusa fino a sabato, dopo quel Gran Premio internazionale che avrebbe vinto?

Sono indagini complicate quelle per trovare i ladri di cavalli. Indagini di grande delicatezza, perchè la troppa pressione potrebbe provocare reazioni inconsulte e magari causare danni irreversibili alla puledra. L’unica certezza è che quello di «Maganza», una puledra di 4 anni figlia di Aluba e Danza Sola dell’allevamento dei fratelli Mura di Bonorva, allenata da Franco Fadda e portata in pista dal miglior fantino sardo - Antonello Fadda - è un furto su commissione. Perchè era lei la favoritissima del ricco Gran Premio internazionale che si correrà domani all’ippodromo «Don Deodato Meloni» di Chilivani e c’era un solo modo per batterla: non farla scendere in pista.

E così l’hanno rubata. Portata via dal suo box di Chilivani durante la notte tra lunedì e martedì da gente esperta, gente di cavalli. Ladri che conoscevano bene la puledra e sono andati a botta sicura verso il suo box, nelle scuderie di Franco e Antonello Fadda. Riuscendo a eludere la sorveglianza e portandola fuori dall’ippodromo attraverso un varco nella recinzione, poco distante dal cancello d’ingresso per i box.

I carabinieri hanno eseguito un altro sopralluogo ieri mattina e i dubbi e le perplessità della prima ricognizione sono aumentati. Troppe le stranezze e le coincidenze favorevoli per i ladri. E molte le incongruenze come la porta del box di «Maganza» che sarebbe stata trovata sfondata: perchè e come? Sembrerebbe quasi un depistaggio, visto che non c’era motivo di sfondare il portellone per far uscire la puledra, anzi sarebbe stato il modo per spaventarla e complicare così tutte le operazioni, che sono invece filate liscie e senza alcuna complicazione.

Ma non è la sola stranezza. Un’altra: il varco aperto nella recinzione. Un lavoretto fatto con una discreta «professionalità», ma sicuramente con l’utilizzo di un camion o di un fuoristrada visto che la rete è stata tagliata in verticale e poi aperta per 3 o 4 metri in modo tale che la puledra passasse tranquillamente senza correre il rischio di spaventarsi o farsi male. Strano che nessuno si sia accorto di quei movimenti.

Tra l’altro in un’ora neppure troppo tarda della notte, visto che le condizioni in cui è stato trovato il box di «Maganza» ha fatto intuire agli investigatori che il furto della puledra sia stato compiuto tra le 21 e la mezzanotte visto che la stalla era molto pulita e gli uomini di scuderia avevano sistemato le razioni di biada poco prima di andare via dall’ippodromo intorno alle 20,30.
Sì, sono troppe le cose che non tornano in questo furto architettato e messo a segno in maniera troppo perfetta. Un’organizzazione che non lascia spazi a dubbi sul movente: impedire a «Maganza» di correre, e vincere, il Gran premio internazionale di domani.

L’allarme per la scomparsa della figlia di Aluba e Danza Sola era scattato alle prime ore del giorno quando Franco Fadda, esperto allenatore della saura bruciata di proprietà dei fratelli Mura di Bonorva, era arrivato in scuderia, trovando la catena del cancello tranciata e il box di «Maganza» aperto e vuoto.

Ma all’ippodromo di Chilivani la situazione in questi giorni è molto tesa e a rendere l’aria ancora più pesante è stato il blitz che i carabinieri hanno fatto in un altro box: quello in cui veniva accudito e coccolato «Ameretto», vincitore della recente corsa internazionale riservata ai cavalli di purosangue arabo. I militari hanno sequestrato il cavallo che, secondo una circostanziata denuncia, di arabo avrebbe ben poco. «Ameretto» dovrà adesso essere visitato in maniera approfondita dai veterinari che dovranno accertare con precisione quali siano le sue origini. E dovanno essere ricontrollati anche i documenti. Nel frattempo, è stato bloccato il pagamento della vincita della corsa.

«Ameretto» è un cavallo arabo di origini francesi arrivato in Sardegna nei giorni scorsi proprio per rifinire la preparazione in vista del Gran Premio Internazionale della settimana scorsa vinto alla grande.
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