La Nuova Sardegna

Sassari

Armati alle Poste, carcere per due

Gianni Bazzoni
Armati alle Poste, carcere per due

Confermati gli arresti per il colpo all'ufficio postale di Sassari sventato dai Carabinieri. Restano in carcere due rapinatori. L’udienza dal gip: meno grave la posizione del terzo presunto complice che torna libero

20 giugno 2009
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI Restano in carcere due dei tre giovani arrestati dai carabinieri per la tentata rapina alle Poste di via Brigata Sassari. Ieri il gip Massimo Zaniboni ha convalidato l’arresto e solo per Pier Paolo Morgan Marras non ha ravvisato l’esigenza della custodia cautelare.

Una decisione spiegata con il fatto che il giovane - difeso dall’avvocato Paolo Spano - è incensurato (e non ha precedenti di polizia, neppure per droga: la dose di eroina trovata a casa era per uso personale) ma anche perché gli indizi a suo carico «non sarebbero così gravi da motivare l'esigenza del provvedimento restrittivo». Il pubblico ministero Paolo Piras, invece, aveva chiesto anche per Pier Paolo Morgan Marras la custodia cautelare. Restano in carcere Gian Luca Fadda, 34 anni, e Mirko Ferru, di 21, entrambi con precedenti (il primo anche per estorsione, il secondo per spaccio), difesi da Gabriela Pinna Nossai e Ettore Licheri. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Gian Luca Fadda ha risposto alle domande del gip e ha fornito alcune giustificazioni: ha detto che la pistola doveva servire per allontanare dei cani randagi che stazionano nella sua campagna e non per fare una rapina, mentre il passamontagna era una sorta di «custodia» per l’arma. Silenzio da parte di Mirko Ferru che ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Dopo l’interrogatorio i due sono stati riportati in cella.

I carabinieri ieri pomeriggio, una volta ottenuta l’autorizzazione dalla Procura, hanno tenuto una conferenza stampa nella sede del comando provinciale per spiegare i dettagli dell’operazione eseguita nel primo pomeriggio di mercoledì in piazza Rosario.
Il capitano Sergio Molinari, comandante della compagnia, e il tenente Livio Rocchi, che dirige il nucleo operativo e radiomobile, hanno confermato che l’intervento si è sviluppato durante una attività antidroga. I militari, infatti - secondo quanto affermato dai due ufficiali - tenevano sotto controllo da giorni l’abitazione del centro storico di Pier Paolo Morgan Marras. Mercoledì, erano posizionati in modo da sentire chiaramente anche ciò che accadeva nell’abitazione. E quando sono arrivati Gian Luca Fadda e Mirko Ferru hanno capito che l’argomento non era la droga ma le armi. Pistole.
«A quel punto - ha detto il capitano Molinari - abbiamo deciso di mollare il controllo dell’abitazione di Marras (sospettato di essere il fornitore della pistola) per seguire i due che si sono allontanati con un Malaguti F10 nero. Un breve tratto e tappa in piazza Rosario, Fadda è sceso dalla moto, ha tirato fuori il passamontagna dal marsupio, la pistola (la replica di una 357 Magnum, priva di tappo rosso) la teneva infilata nella cintola dei pantaloni. Stava per entrare all'ufficio postale quando è stato bloccato e disarmato. Solo in quel momento si è capito che aveva un'arma modificata». Poco dopo, a casa di Marras è stata sequestrata la copia di una Beretta, anche questa priva del tappo rosso. A tutti e tre i carabinieri hanno contestato la tentata rapina aggravata in concorso.
In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative