La Nuova Sardegna

Sassari

Un accordo sugli affitti “concordati”

di Vannalisa Manca
Un accordo sugli affitti “concordati”

Il Comune ha siglato l’intesa con le parti sociali: canone ridotto del 30 per cento e imposta Imu dimezzata

05 aprile 2012
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SASSARI. Una casa a canone concordato evitando di pagare affitti elevati e magari in nero. Ora è possibile, grazie all’accordo sottoscritto ieri mattina tra il Comune e le parti sociali. Un protocollo che mira a calmierare il mercato delle locazioni, a favore degli affittuari, riducendo il canone del 30 per cento e contestualmente attenuando la pressione fiscale per i locatori, dimezzando la nuova imposta Imu sulle seconde case dall’8 al 4 per mille. Un accordo che viene anche incontro alle necessità della popolazione studentesca, coinvolgendo direttamente l’Ersu, dando la possibilità di stabilire una durata contrattuale flessibile.

Le case sfitte sono numerose e distribuite su tutto il territorio comunale. Non ci sono dati statistici, ma si pensa adesso di mettere in piedi un osservatorio territoriale per avere un quadro della situazione abitativa.

A restare inabitati sono gli immobili con canone di affitto superiore ai 700 euro, mentre trovano più facilmente inquilini le abitazioni di pochi vani, quindi, con fitti più modesti (tra i 350 e i 650 euro). Il sogno delle famiglie italiane e sassaresi è quello di possedere un tetto sicuro e di proprietà, ma non sempre è possibile, soprattutto in una fase di recessione come quella che sta attraversando il nostro Paese.

E allora, si cerca casa in affitto. La ricerca non è facile, il locatore spesso preferisce non mettere a disposizione il proprio immobile acquistato magari come investimento o ha avuto esperienze negative di affittevoli morosi. Di certo, però, sta accadendo che mentre sino a ieri c’erano solo inquilini alla ricerca, oggi sono i locatori a cercare inquilini. È il segno della crisi e bisogna far conciliare queste esigenze in un periodo in cui è sempre più difficile acquistare la prima casa e di conseguenza si registra la crescita di alloggi in affitto.

Nasce per movimentare il mercato degli affitti l’accordo siglato ieri mattina tra i rappresentanti degli inquilini del Sunia, Sicet e Uniat, dei proprietari (Confedilizia, Uppi, Appc, Federproprietà) e degli studenti (Cda Ersu studenti universitari). È stato l’assessore alle Politiche abitative, Nicola Sanna, a illustrare l’accordo raggiunto: «Uno strumento che favorisce l’incontro tra l’offerta delle case in affitto e la domanda di abitazioni, offrendo maggiori garanzie e opportunità a proprietari e affittuari - ha detto Sanna -; l’amministrazione comunale ha favorito l’incontro tra le parti sociali coinvolte, affinchè si intervenisse sui punti critici che attenuavano l’efficacia dell’accordo territoriale firmato due anni fa». Il primo accordo risale al dicembre 1999, e ormai non funzionava più. Ora il canone di locazione è stato ridotto dal 15 al 30 per cento, e si è intervenuti dimezzando l’Imu, la reintrodotta Ici (aliquota che, per la seconda casa, non entra nelle casse del Comune, ma va direttamente allo Stato). Secondo quanto calcolato dagli stessi rappresentanti dei proprietari, chi affitta a canone concordato non perde un euro (minore entrata dall’affitto, ma anche minore Imu) e ha la garanzia di un inquilino che sottoscrive un contratto che viene regolarmente registrato e quindi rispettato dalle parti. L’accordo ha previsto una semplificazione nel calcolo della fascia di canone - bassa, media o alta -, utilizzando parametri relativi agli elementi accessori dell’appartamento che ne aumentano il pregio. Si calcola la superficie utile dell’appartamento; vengono rivalutati gli alloggi di piccole dimensioni e si dà un congruo valore al numero e alla qualità degli arredi in caso di ammobiliati.

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