La Nuova Sardegna

Sassari

Più vie alle donne, in pochi giorni 1200 sostenitori

di Vanni Lai
Più vie alle donne, in pochi giorni 1200 sostenitori

Successo su Facebook per l’iniziativa «Donne in carrelas» a Sassari

13 aprile 2012
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SASSARI. Vie, piazze e rotonde intitolate a personalità femminili del passato. È l'idea di “Donne in carrelas - Sassari”, gruppo che su Facebook ha raggiunto in pochi giorni più di 1200 iscritti. L'iniziativa, partita da un censimento nazionale, ha messo in evidenza la scarsa presenza delle donne nella toponomastica delle città italiane: i luoghi intitolati alla memoria delle donne sono inferiori al 5 per cento. Anche Sassari e le altre città della Sardegna sono sulla media nazionale. Gli amministratori del gruppo “Donne in carrelas” sono Rita Nonnis, Carmen Anolfo e Giulio Manghina. «L'idea è nata in maniera semplice, da una discussione tra amici _ dichiara Rita Nonnis _. Nel 2011 sono state uccise 127 donne, segnale di un Paese intriso ancora di una forte misoginia, sia sociale, sia ambientale». “Donne in carrelas” nasce proprio da questo concetto. «Vorremo leggere i nomi di donne “importanti” nella nostra città, persone che in passato si siano distinte nell'ambito della letteratura, dell'arte, del proprio lavoro», continua.

Nel gruppo sono presenti molti uomini. «Il contributo attivo maschile è stato "sorprendente" - spiega -. Questo ci fa capire che l'idea è riuscita». Tra gli iscritti, anche tanti politici e professori universitari, personalità che potrebbero trasformare “Donne in carrelas” in una proposta operativa, nel passaggio dal mondo virtuale di Facebook alla vita reale.

La Sardegna è stata la patria di donne importanti, come la botanica Giuliana Eva Mameli, madre dello scrittore Italo Calvino, e di personaggi coraggiosi come Adelasia Cocco, primo medico condotto in Italia. Nel 1916 Cocco si trasferì a Lollove (Nuoro) per sostituire il suo predecessore che era stato ucciso. «In poco più di un mese di vita del gruppo c'è stata una vera gara nel proporre i nomi _ dice Nonnis _, e ne sono emersi tanti inaspettati. Donne semisconosciute o alle quali non sono stati riconosciuti in vita meriti nel proprio campo». La proposta che ha raccolto più consensi è l'intitolazione di una via alla memoria della urologa sassarese Monica Moretti, uccisa dieci anni fa da uno stalker.

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