La Nuova Sardegna

Sassari

“La vita in diretta” di Flavio Polla questa sera in tv

di Luca Fiori
“La vita in diretta” di Flavio Polla questa sera in tv

Il programma di Mara Venier si occupa del geometra sassarese che vive dentro un’auto

20 aprile 2012
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SASSARI. Dieci mesi fa la sua storia era stata un doppio pugno nello stomaco. Dopo un anno trascorso in macchina a Predda Niedda, la vita di Flavio Polla - stravolta da un'asta giudiziaria che lo aveva lasciato senza un tetto - a metà giugno del 2011, per qualche ora, stava per tornare sui binari della normalità. Ma la casa che gli era stata promessa – dopo l'appello lanciato attraverso La Nuova Sardegna – all'ultimo momento gli era stata negata. Geometra, esperto di condotte idriche e di potabilizzazione dell'acqua, Flavio aveva continuato a vivere per strada, ringraziando comunque chi aveva provato ad aiutarlo.

Oggi, a sessant'anni, la sua casa è un baracca di legno, polistirolo e cartone, che lui stesso ha costruito nella strada chiusa di Predda Niedda, accanto all'unica cosa che gli è rimasta: la Peugeot 308 grigia metallizzata che ora è diventata il suo armadio. Della sua storia, questo pomeriggio, si occuperà “La vita in diretta” il programma condotto da Mara Venier e Marco Liorni.

A Barbara Di Palma, l'inviata del contenitore del pomeriggio di Rai Uno, Flavio racconterà come è finito in mezzo alla strada e come si è ingegnato per sopravvivere, ora che anche il Drop in, il centro diurno di accoglienza di via Perantoni Satta, in cui andava a lavarsi, a fare il bucato e a scambiare due parole con qualcuno, ha chiuso a causa della mancanza di finanziamenti regionali. A metà febbraio, quando la città è stata ricoperta dalla neve e dal ghiaccio, il geometra originario di Magnano in Riviera, un paese di 2000 abitanti in provincia di Udine, ha accettato l'invito dei Guardian Angels e per alcune notti ha trovato riparo nel centro di accoglienza allestito dall'amministrazione comunale nella ex scuola in via De Muro. Passata l'emergenza maltempo, Flavio è tornato a Predda Niedda e si è costruito un mini alloggio con il materiale avuto dagli operai delle ditte di Predda Niedda che in questi due anni spesso gli hanno dato una mano. «A loro devo molto – racconta davanti agli scatoloni che ora sono la sua casa – ma se riesco ad andare avanti è grazie anche agli amici del bar qui dietro e alla pizzeria di viale Italia, senza di loro sarei morto di fame».

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