La Nuova Sardegna

Sassari

Bomba al Conad, era solo un portachiavi

di Gianni Bazzoni ; di Gianni Bazzoni
Bomba al Conad, era solo un portachiavi

Appartiene a un operaio del centro merci di Monastir che la teneva attaccata alla chiave del muletto

21 aprile 2012
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SASSARI. Una granata come portachiavi. La riproduzione perfetta di una bomba vera che uno degli operai del centro di scarico e carico merci di Monastir aveva legato con una cordicella alla chiave del carrello elevatore. Avanti e indietro per il grande piazzale, a un certo punto quel pendaglio si è sganciato ed è finito su una pedana di legno che poi, insieme alla merce, ha preso la strada di Sassari, per il supermercato Conad di via Amendola. E lì, alle 10, giovedì mattina è scattato l’allarme bomba.

L’operaio – che appartiene a una delle aziende di difucia che da tanti anni lavorano per conto della Conad di Monastir – si è reso conto della situazione solo quando è tornato a casa e ha visto i telegiornali. Ha sentito la notizia dell’allarme a Sassari, ha collegato il fatto alla sparizione del suo originale portachiavi e ha cominciato a preoccuparsi. Ha deciso di chiamare il titolare dell’azienda per informarlo dell’episodio e chiedere un consiglio su come procedere. Il primo contatto è stato con la questura di Sassari: «Quella granata è un portachiavi di plastica, è mio. L’avevo legato con una cordicella all’anello della chiave del muletto. Mi dispiace che sia accaduto tutto questo».

Ieri mattina l’operaio si è presentato negli uffici della questura, era costernato e ha chiesto scusa. Non era certo sua intenzione creare quella situazione di emergenza che – per quasi due ore – ha messo in subbuglio la zona tra via Amendola, via dei Mille, via Pasquale Paoli e via Turati. Il frequentatissimo supermercato Conad, alle 10, quando un dipendente del magazzino ha scoperto la granata e l’ha portata in direzione (tra l’altro correndo un bel rischio qualora la bomba si fosse rivelata vera) è stato evacuato e la gente tenuta a distanza di sicurezza mentre gli artificieri della polizia procedevano a un primo esame della granata. In un primo momento si era pensato a un ordigno inerte, finito chissà come sulla pedana di legno insieme alle scatole di prodotti alimentari. In passato era accaduto che residuati bellici, comparissero tra i sacchetti delle patate.

Stavolta la verità era più semplice di altre volte, tutta riferita a un portachiavi un po’ stravagante, perchè in effetti capita davvero di rado vedere qualcuno che va in giro con l’imitazione di una granata collegata alla chiave di un mezzo industriale. Ma la «bomba» del muletto l’avevano vista in tanti prima che – involontariamente – cominciasse il suo viaggio per Sassari. Qualcuno aveva sorriso, altri si erano fermati ad osservarla mentre ondeggiava appesa alla chiave infilata nel quadro del carrello elevatore. Una bomba finta ma capace di ingannare anche i più esperti, soprattutto così ben fatta da creare anche qualche dubbio sul perchè fosse comparsa proprio tra i prodotti del supermercato Conad di via Amendola. Ieri mattina, durante il chiarimento negli uffici della questura sassarese, l’operaio ha chiesto ripetutamente scusa per l’allarme causato. Comunque, prima di ripartire per Monastir, ha ricevuto indietro la «sua» granata che giovedì ha fatto scattare la grande paura a Sassari. Con una semplice raccomandazione: se ha intenzione di utilizzarla ancora come portachiavi, almeno la assicuri meglio alla chiave.

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