La Nuova Sardegna

Sassari

I fratelli Canu sotto processo per armi

Rinviati a giudizio i due agricoltori indagati anche nell’inchiesta sul duplice delitto di Buddusò

12 maggio 2012
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SASSARI. Il primo processo che affronteranno non sarà quello sul duplice omicidio di Buddusò, per il quale sono ancora in carcere col sospetto che abbiano custodito una pistola. Ma per la detenzione di armi ed esplosivo. Il giudice dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio, al 13 giugno, i fratelli Giovanni Antonio (47 anni) e Mario Canu (48), con l’accusa di detenzione illegale di armi e ricettazione. In tribunale saranno assistiti dai loro difensori, Antonio Secci e Claudio Mastandrea.

Il 10 maggio 2011 - nell’ambito delle indagini sul delitto di Giovanni Battista Bacciu e il nipote Antonio, del 29 aprile 2011 - nel loro ovile, in località Sa Dispensa, i carabinieri avevano scoperto venti munizioni calibro 9x21 con ogiva di piombo (le cosiddette parabellum, in dotazione alle forze dell'ordine), nove munizioni calibro 12, di cui otto pallettoni e tre spezzoni di miccia a lenta combustione. Nell’inchiesta sul duplice omicidio, i Canu sono accusati di aver custodito una pistola 9x21, mai trovata. Ma della quale loro stessi parlano, intercettati da una microspia,proprio in occasione della perquisizione del 10 maggio. «Non hanno trovato la pistola», è quello che un dei due fratelli dice, facendo scattare il loro coinvolgimento nell’indagine che ha portato agli arresti del 9 marzo.

Entro giugno la Procura potrebbe aver già concluso l’inchiesta sull’omicidio, dopo la decisione del Tribunale del riesame di rigettare la richiesta di revocare le misure cautelare, che risalgono all’8 marzo scorso. Gli investigatori, coordinati dal procuratore Roberto Saieva e dal sostituto Carlo Scalas, sono convinti che ad uccidere materialmente i Baccui siano stati Salvatore Brundu e Giovanni Manca, in una spedizione punitiva organizzata da Giovanni Antonio Canu, per terreni civici contesti con i Bacciu.

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