La Nuova Sardegna

Sassari

Interrogatori sul Puc, Uneddu in Procura: Tanit? Nessun abuso

di Elena Laudante

Il consigliere Pdl indagato per violazioni urbanistiche porta al pm l’interrogazione sull’accesso agli atti “subito”

18 maggio 2012
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SASSARI. In difesa, ma anche all’attacco. Continuano gli interrogatori dopo la chiusura dell’inchiesta sul Piano urbanistico e sui presunti abusi edilizi di Tanit. Ieri è stato il turno di Giampiero Uneddu, consigliere comunale d’opposizione (Pdl) e direttore dei lavori della galleria commerciale, che ha parlato per un’ora è mezza circa - dalle 16.30 alle 18 - col procuratore della Repubblica Roberto Saieva, davanti al suo difensore, l’avvocato Mariano Mameli. E lo ha fatto quasi in una doppia veste. Uneddu - indagato con il costruttore Nicolino Brozzu per violazione delle norme urbanistiche nel filone Tanit - si è difeso dall’accusa di essere stato complice, sostanzialmente, di un aumento arbitrario di volumetrie: circa il 40 per cento di cemento in più rispetto alle dimensioni dell’intera struttura di Caniga. Ma dopo aver esposto questioni squisitamente tecniche, è passato all’attacco, in una inchiesta dove le contrapposizioni tra indagati e accusatori coincide in qualche modo con quella di maggioranza e opposizione. Così, alla fine dell’interrogatorio, Uneddu ha lasciato sulla scrivania del procuratore l’interrogazione nella quale ha svelato la richiesta di accesso agli atti sulla sua attività professionale. Richiesta, presentata dal consigliere Pd Roberto Ara, che riguarda «progetti, domande di concessioni edilizie, richieste di sanatoria, presentate non solo da me - si legge nell’interrogazione - ma anche dai miei familiari e dal mio studio tecnico, a partire dal 1995» a oggi. Uneddu ha interessato la Procura, con un deposito formale di quella che diventa così una notizia di reato. Lui è convinto che per legge - un decreto presidenziale del 2006 - di quella richiesta di accesso agli atti avrebbe dovuto essere informato attraverso una raccomandata, già all’atto dell’istanza, datata 12 febbraio scorso. Sarà il magistrato a decidere se aprire o meno un fascicolo. Ma la strada potrebbe essere tra l’inchiesta con o senza ipotesi di reato determinata.

Rispetto ai contenuti dell’interrogatorio, sull’imputazione di abusi edilizi Uneddu ha precisato la sua versione, già espressa in una memoria difensiva di molte pagine depositata dopo la chiusura dell’inchiesta. In sostanza, Tanit non sarebbe abusivo - cioè non avrebbe volumetrie in eccesso - perché dopo «l’accertamento di conformità, sono stati rilasciati tre provvedimenti amministrativi» dal Comune, cioè le vecchie concessioni (oggi Duaap). E questo perché quei 45mila metri cubi di cemento in eccesso, «sono dovuti a volumi tecnici - ha detto Uneddu al procuratore - necessari per gli impianti di canalizzazione dell’aria». Sarà Saieva a valutare la bontà delle sue argomentazioni. E a stabilire - come per gli altri 35 indagati - se chiedere o meno il processo. Di certo, Uneddu si è scrollato di dosso l’accusa più pesante, quella del tentativo di abuso d’ufficio contestato ai tecnici incaricati di predisporre il Puc e ai consiglieri comunali che poi l’hanno votato. Durante le indagini, a fine 2011, il gip aveva decretato l’archiviazione (vedi scheda). La prossima settimana potrebbe andare dal pm il sindaco Gianfranco Ganau. Dovrebbero presentarsi per rispondere alle domande anche l’assessore Monica Spanedda e il presidente della commissione urbanistica, Giampaolo Mameli. Mentre l’assessore Dolores Lai ha preferito presentare una memoria difensiva.

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