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Sassari

Sassari, crudeli come belve, caccia al branco

di Gianni Bazzoni
Sassari, crudeli come belve, caccia al branco

I giovanissimi che hanno pestato i difensori dell’ambulante senegalese sono stati filmati dalle telecamere stradali. Potrebbe scattare l’accusa di tentato omicidio

23 maggio 2012
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SASSARI. Il branco che l’altra notte ha aggredito un ambulante senegalese e pestato un militare e un commesso intervenuti in sua difesa, potrebbe avere le ore contate. I carabinieri stanno lavorando sulle immagini registrate dalle telecamere della videosorveglianza che sono state definite interessanti. Una parte dello scontro, infatti, è avvenuto proprio davanti a una delle talecamere che ha ripreso tutta la scena.

Le modalità di azione, tra l’altro, hanno portato gli investigatori a prendere in esame anche altri episodi analoghi che si sono verificati in città e che potrebbero avere avuto come protagonisti gli stessi giovani. A tale proposito, potrebbero tornare utili le testimonianze di persone che hanno assistito alle aggressioni.

Il ferito. Il commesso, intervenuto insieme al militare per difendere l’ambulante senegalese, è ancora ricoverato in ospedale. Colpito più volte alla testa con una bottiglia, ha riportato lesioni importanti, compresa la frattura delle ossa craniche. Appena i sanitari rilasceranno il certificato medico - che potrà essere acquisito dagli investigatori - per gli aggressori potrebbe scattare l’accusa di tentato omicidio.

La ricostruzione. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il militare della Brigata Sassari e il commesso erano in piazza d’Italia, parlavano tranquillamente. A un certo punto hanno sentito delle urla e notato un gruppo di cinque o sei giovani che lanciavano bottiglie di birra contro l’ambulante senegalese. Il soldato, da poco rientrato dalla missione in Afghanistan, non ha esitato a intervenire insieme all’amico.

La violenza. La reazione è stata terribile. I due sono stati accerchiati e tempestati di calci e pugni. L’ambulante, terrorizzato, è scappato via. Da un vicino bar sono arrivate delle persone che sono riuscite a mettere in fuga il branco.

Secondo episodio. Il «sassarino» ferito ha ricevuto le prime cure. Aveva la maglietta sporca di sangue e l’amico si è offerto di raggiungere l’auto per prendere un maglioncino. All’altezza di via Mazzini, però, il giovane ha incontrato nuovamente il branco.

Crudeltà inaudita. Il giovane è stato riempito di botte e buttato a terra. Quindi colpito ripetutamente alla testa con una bottiglia di vetro che si è spaccata. Un incubo senza fine. Ferito gravemente, il commesso non ha mai perso conoscenza. Alle invocazioni di aiuto, sono accorse tre ragazze. E sono state loro a dare l’allarme con i telefonini e a costringere il branco alla fuga.

I soccorsi. All’incrocio tra le vie Roma e Mazzini sono arrivati i carabinieri e una ambulanza del 118. Gli operatori hanno prestato le prime cure al ferito che è stato poi trasportato in ospedale dove è attualmente ricoverato nel reparto di neurochirurgia. La gravità dei traumi, potrebbe modificare la contestazione del reato da lesioni aggravate a tentato omicidio.

Indagini. L’attività degli investigatori è già molto avanti, e un contributo prezioso è arrivato dalle immagini registrate dalle telecamere stradali. I violenti hanno un volto e presto potrebbero essere tutti identificati. Sono in corso anche le comparazioni con altri fatti accaduti in precedenza.

La piazza. Da tempo è stato sollevato il problema della sicurezza in piazza d’Italia. Non un allarme generalizzato, ma un riferimento specifico a bande di giovanissimi che spadroneggiano: prendono in giro, cercano lo scontro, attaccano come belve quando individuano la vittima debole. Le segnalazioni sono ormai numerose.

Parte civile. Il commesso e il militare hanno deciso di tutelarsi e hanno affidato l’incarico agli avvocati Claudio Mastandrea e Antonio Secci.

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