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Servitù militari, Scanu: «Risultato storico, inizia un lungo percorso»

Servitù militari, Scanu: «Risultato storico, inizia un lungo percorso»

L’autore della relazione votata in Parlamento: atto politicamente fortissimo entro settembre il governo dovrà comunicare i tempi dell’intervento

01 giugno 2012
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ROMA. Nessun trionfalismo, nessuna battuta ad effetto. Il senatore del Pd Gian Piero Scanu preferisce mantenersi su una linea di sobrietà e di soddisfazione composta: «Sì, sono consapevole che la Commissione ha raggiunto un risultato storico, ma voglio anche subito chiarire che siamo solo all’inizio di un lungo percorso che impegnerà i prossimi governi».

Senatore Scanu c’è il rischio, come è accaduto in passato con Mario Melis, Federico Palomba e Renato Soru, che il processo di smobilitazione dei poligoni sardi si possa arenare e tutto alla fine resterà com’è?

«Direi che questa è un’eventualità molto remota perché siamo davanti a una determinazione che, dal punto di vista politico, è vincolante. È il Parlamento che dice al Governo: agisci in questa direzione. E non può esserci atto politicamente più forte di questo. Non siamo, come in passato, a un tavolo tecnico o di lavoro».

Lei parla di importante punto di partenza, ma cosa accadrà adesso?

«Il Governo deve stabilire i tempi e il percorso. Entro settembre dovrà comunicare il proprio cronoprogramma, cioè dovrà stabilire un calendario nel quale dovrà tenere conto delle tecnicalità implicite a un’amministrazione complessa come quella della Difesa. Vorrei però sottolineare che il voto della Commissione investe il governo nella sua totalità. Perciò tutti dovranno fare la loro parte: Difesa, Ambiente, Sanità e Attività produttive. Questo perchè il problema non è solo quello di cancellare i poligoni, ma eliminarne due, riconvertire un terzo. E soprattutto cominciare subito le bonifiche e bloccare tutte quelle attività che possano provocare pregiudizio alla salute delle popolazione e all’ambiente».

La tecnocrazia militare, si sa, ha opposto una forte resistenza e oggi il ministro della Difesa è un alto ufficiale. Come ha reagito?

«Abbiamo consultato il ministro Di Paola e con lui ci siamo confrontati con correttezza istituzionale. E devo dire che ha manifestato apprezzamento per il nostro lavoro e per l’atteggiamento di terzietà e di obiettività dei nostri metodi».

Che peso ha avuto sul vostro lavoro l’audizione del procuratore della Repubblica di Lanusei Fiordalisi?

«Il peso della sua audizione, e quindi della sua inchiesta seria e coraggiosa, è stato notevole. Ci ha consentito di conoscere elementi oggettivi sul tipo di inquinamento dentro il poligono del salto di Quirra e ci ha fatto superare quel limite rappresentato dalla ricerca del nesso di causalità tra elementi inquinanti e le gravi patologie riscontrate nella zona. Alla base del nostro ragionamento c’è infatti il concetto di multifattorialità».

C’è chi dice che la chiusura dei poligoni avrà pesanti ricadute sull’occupazione e sulle fragili economie del Sarrabus e del Sulcis.

«Rispondo con i fatti. Prima di tutto le bonifiche metteranno in moto processi economici duraturi che daranno occupazione. Per quanto riguarda Quirra sono convinto che abbia potenzialità straordinarie. La creazione di un polo tecnologico e di ricerca, legato anche alle esigenze dei militari, diventerà il motore di un’industria avanzata e non inquinante». (p.m.)

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