La Nuova Sardegna

Sassari

IL CASO

«Falsi goliardi fanno la questua» L’ira del “pontefice”: atto infame

di Luca Fiori
«Falsi goliardi fanno la questua» L’ira del “pontefice”: atto infame

SASSARI. Dopo i falsi invalidi, i falsi professionisti di ogni genere, e i falsi volontari di false associazioni di volontariato, arrivano i falsi goliardi. In tempo di fame e recessione per sbarcare...

02 giugno 2012
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SASSARI. Dopo i falsi invalidi, i falsi professionisti di ogni genere, e i falsi volontari di false associazioni di volontariato, arrivano i falsi goliardi. In tempo di fame e recessione per sbarcare il lunario ci deve arrangiare in tutti i modi e qualche buontempone, disonesto, i giorni scorsi deve aver pensato che chiedere del denaro con la faccia sorridente e con una feluca colorata in testa (il copricapo a punta della goliardia) sarebbe stato certamente più fruttuoso e meno imbarazzante di porgere la mano a un semaforo, con la faccia triste e con un cartello con lo stato di famiglia scritto a pennarello.

Tra mercoledì e giovedì un gruppo di finti studenti universitari ha battuto palmo a palmo la città, presentandosi anche all'interno di uffici pubblici del centro e - per mettersi in tasca qualche euro - invece di mostrare il classico cartello con la scritta: «ho fame» o quello più strappalacrime: «aiutatemi ho quattro figli», ha sfoggiato mantelli colorati e feluche. Molti ignari cittadini, non essendo in grado di distinguere un goliarda vero da uno finto, sono caduti nella trappola e hanno consegnato il denaro agli “impostori“. In un piccolo posto come Sassari c'è voluto poco tempo perché la notizia arrivasse alle orecchie dei goliardi, quelli veri, che fanno parte dell'Associazione Goliardica Turritana, gruppo riconosciuto dall'ateneo e dal rettore. Dopo lo sgomento iniziale dei componenti, dell'Agt (associazione nata in città trent'anni fa dalle ceneri dell'Atu e ordine sovrano in Sardegna per la goliardia, riconosciuto a livello nazionale) i goliardi turritani si sono affidati a una nota ufficiale dell'attuale ponteficeper mettere in allarme la popolazione e diffidare chiunque dall'utilizzare feluca e mantello per andare in giro a chiedere l'elemosina. Massimo Cannonau I il Cionfraiolo (al secolo Christian Sanna) e i goliardi turritani «condannano fermamente i gravissimi avvenimenti accaduti in città e provincia – hanno scritto i vertici dell'Agt –. La popolazione deve diffidare da chi, comprando in negozio una feluca o dei mantelli gialli e blu, infanga il nome di ordini goliardici passati, millanta l'appartenenza a città prive di Ateneo o, peggio, l'approvazione del magnifico rettore dell'università di Sassari per i loro biechi atti. Nulla hanno a che fare questi personaggi con l'Associazione Goliardica Turritana, con l'Università di Sassari, con la tradizione goliardica».

I finti goliardi, ma questo non tutti quelli che ci sono cascati potevano saperlo, hanno tra l'altro sbagliato il periodo dell'anno per andare a porgere la feluca ai cittadini. «Specie in periodi di ristrettezza economica il ricorso alla questua, e non al deplorevole accattonaggio mirato all'ottenimento di danaro per soddisfare private necessità – ha aggiunto nel comunicato ufficiale dell'Agt Massimo Cannonau I il Cionfraiolo - è autorizzato esclusivamente dal Pontefice ed è riservato a particolari momenti dell'anno con il solo scopo di autofinanziamento per l'organizzazione di manifestazioni come la Discesa dei Carruzzi e la Liberatio Scholarum, patrimonio storico di Sassari Città Universitaria». Manifestazioni che si tengono in dicembre e non in questo periodo. «Qualsiasi altro infame attacco alla tradizioni o alle insegne che caratterizzano lo splendido gioco della Goliardia – ha concluso il pontefice - sarà punito nelle sedi opportune».

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