La Nuova Sardegna

Sassari

corte d’assise d’appello

Barista ucciso ad Alghero vent’anni per il pentito

di Elena Laudante
Barista ucciso ad Alghero vent’anni per il pentito

SASSARI. Il delitto del gestore del bar Malindi (Alghero), il portoghese Angelo Da Silva De Jesus, 46 anni, non fu causato da “futili motivi”. Lo ha ribadito la Corte d’assise d’Appello nel...

03 luglio 2012
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SASSARI. Il delitto del gestore del bar Malindi (Alghero), il portoghese Angelo Da Silva De Jesus, 46 anni, non fu causato da “futili motivi”. Lo ha ribadito la Corte d’assise d’Appello nel confermare il verdetto di primo grado per Giuseppe Saccente, barese, 50 anni, collaboratore di giustizia. I giudici non hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, Sergio De Nicola, che aveva proposto ricorso perché convinto che l’imputato meritasse l’aggravante dei futili motivi, come movente del delitto, che avrebbe aumentato la pena da venti a trent’anni. La Corte ne ha confermati venti.

Il 7 gennaio 2011 Saccente aveva colpito a morte De Silvia, amico da due anni, nella cucina di casa sua. Si credeva vittima di un imbroglio perché voleva espatriare e il gestore originario di Madeira si offerto d’aiutarlo. Gli aveva promesso un passaporto falso e una sistemazione nel suo Portogallo. Ma il prezzo per quel documento farlocco era lievitato da 3.500 a 5.000 euro, e quando glielo aveva spiegato, mentre gli preparava il pranzo, Saccente era andato su tutte le furie. In un accesso di rabbia scatenato da quello che lui poi ricorderà come un «sorriso beffardo», aveva preso il coltello dal ceppo di legno e gli aveva inferto due o tre colpi, poco dopo divenuti mortali.

Poi in commissariato aveva ammesso: «L’ho ucciso - aveva spiegato agli agenti di polizia - perché mi mentiva, mi guardava con un sorriso “falso”». Confessione senza riserve che gli aveva fatto guadagnare l’attenuante della collaborazione, come chiesto dal difensore Giampaolo Galleri, nonostante la contrarietà - in primo grado - del pubblico ministero Paolo Piras: al gup aveva chiesto trent’anni di condanna (con la diminuente di un terzo per il rito abbreviato), ma il giudice ne aveva inflitti venti. Come ieri la Corte, che ha anche confermato la provvisionale per i parenti della vittima (80mila euro) parte civile con l’avvocato Stefano Carboni.

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