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Sassari

Il Governo ritira la norma sui poligoni

Il Governo ritira la norma sui poligoni

Soddisfatto il Pd Gian Piero Scanu: Le bonifiche si faranno. Marcia indietro anche sui tagli ai fondi per le vittime dell’uranio

06 luglio 2012
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di Piero Mannironi

ROMA. Il ministro-ammiraglio Giampaolo Di Paola batte in ritirata: sarà cancellato dal decreto Sviluppo il comma che, modificando il Codice Ambientale, avrebbe consentito al Governo di stabilire le soglie di inquinamento, mettendo a repentaglio le bonifiche nei poligoni sardi. Non basta: ricompaiono come d’incanto i 10 milioni di euro “tagliati” dal fondo creato per risarcire le vittime dell’uranio impoverito. Insomma, il blitz è fallito.

La notizia è arrivata in tarda mattinata dal senatore del Pd Gian Piero Scanu, membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito e relatore del disegno di legge sul riordino delle forze armate. Davanti al tentativo di colpo di spugna del Governo, Scanu l’altro ieri era stato durissimo, parlando di «inciviltà politica» e di «banditismo giuridico». Poi, dopo aver annunciato che non avrebbe mai votato quel provvedimento, ha perfino minacciato di dimettersi dal suo delicatissimo ruolo di relatore sul Dl che dovrebbe ridisegnare la Difesa.

La reazione di Scanu ha infiammato il clima politico e, con un rapido effetto a catena, ha messo in fibrillazione il Pd. Ma il contagio si è esteso anche alle altre forze politiche. Il primo segnale è arrivato l’altro ieri sera, quando si è riunita la Commissione parlamentare d’inchiesta. Qui, per conto del Governo, si è presentato il sottosegretario alla Difesa Gianluigi Magri, spedito dal ministro con il ramoscello d’ulivo in mano: il riallocamento dei 10 milioni di euro nel fondo per le vittime dell’uranio impoverito. Magri ha anche cercato di sdrammatizzare il peso politico del comma aggiunto all’articolo 35 del decreto Sviluppo: è finalizzato alle caratterizzazioni dei terreni e non a stabilire i livelli di inquinamento. Scanu si è detto insoddisfatto della spiegazione data dal sottosegretario e ha subito rilanciato, chiedendo alla commissione di votare la richiesta di aumentare i finanziamento per le bonifiche: 300 milioni per il triennio 2013-2015. La commissione d’inchiesta ha approvato.

Insomma, è cominciato un vero e proprio braccio di ferro tra la Commissione e il ministro. Che ieri mattina ha ceduto e ha fatto marcia indietro, dicendo che la norma sui poligoni sarebbe stata ritirata, cancellata.

Ieri mattina Scanu ha detto ai giornalisti: «Ho parlato con il ministro Di Paola che mi ha comunicato che il comma inserito nel decreto sarebbe stato cancellato. Ho poi apprezzato il fatto che il ministro mi abbia poi dato ampie garanzie sulla bonica dei poligoni».

Toni pacati e molta diplomazia, dunque. Ma è del tutto evidente che, tra l’altro ieri e ieri mattina, si è giocata una partita molto dura, fuori dalle diplomazie politiche ufficiali. Si è saputo, tra l’altro, che Scanu, insieme ad alcuni parlamentari del Pd ha chiesto una consulenza all’Enea e si è incontrato con i rappresentanti dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Facile capire perché: verificare la compatibilità tra la norma che si voleva varare e gli standard di inquinamento secondo i parametri condivisi a livello internazionale. Insomma, tutto faceva pensare che si fosse alla vigilia di uno scontro durissimo. Poi, l’improvvisa marcia indietro della Difesa. È evidente che Di Paola ha avuto paura di qualcosa. Ha cioè capito che, in questa guerra, rischiava di compromettere obiettivi importanti della sua azione politica. D’altra parte, il suo potenziale avversario è un uomo che ha un forte peso specifico nel mondo delle stellette. Scanu è infatti il relatore del disegno di legge sul riordino delle forze armate. Conoscendo quanto sia importante per Di Paola il “progetto F-35”, cioè l’acquisto dei cacciabombardieri multiruolo della Lockeed-Martin, è quindi forte il sospetto che la partita sui poligoni si sia giocata proprio sulla paura del ministro-ammiraglio di vedere sfumare la possibilità di acquistare 90 di questi jet ultramoderni, per una spesa di oltre 10 miliardi di euro.

Intanto, i sardi deputati del Pd, Calvisi, Schirru, Marrocu. Melis e Pes hanno annunciato che lunedì presenteranno un emendamento per cancellare il comma sui poligoni. Nel caso il Governo si “dimenticasse” di eliminare la norma.

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