La Nuova Sardegna

Sassari

La mannaia su Olbia e i giudici di pace

di Chiaramaria Pinna
La mannaia su Olbia e i giudici di pace

Tribunali: chiudono anche le altre sedi distaccate nell’isola, compresa Alghero. Il personale sarà trasferito

07 luglio 2012
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SASSARI. The day-after sul campo sono rimaste le ceneri degli uffici dei giudici di pace di tutta l’isola oltre alla soppressione delle sezioni distaccate di tribunale. In due parole: la geografia giudiziaria della Sardegna cambia. Solo un miracolo potrebbe spingere a fare dietrofront il ministro della Giustizia nel caso in cui la maggioranza del Parlamento non votasse a favore del decreto. Non «tagli lineari», come si è affrettato a dire Monti, bensì una sforbiciata «ponderata». Sarà così, e sarà anche vero che come ha garantito Paola Severino «i magistrati e il personale saranno redistribuiti sul territorio», il dato certo è che il giudice di pace resterà solo nelle sedi di tribunale e che la mannaia è caduta su strutture che sembravano inattaccabili. «Un’ operazione annunciata ma che lascia legittimamente sorpresi – commenta a caldo Francesco Milia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Sassari – capiamo che siano state soppresse decine di sedi distaccate di tribunale in Piemonte disseminate durante il regno sabaudo, ma non segue una logica la cancellazione di Olbia dove gravita la maggior parte del lavoro giudiziario della Gallura, forse più del 70% delle controversie. Spero che ci ripensino». E con Olbia viene cancellata anche la sede staccata della Maddalena. Se in questo caso la scelta può essere stata dettata anche da uno slancio politically correct da parte del ministro, dato che Tempio ha perso molti dei suoi pezzi forti con lo sviluppo di Olbia e per questo gli è stato concesso il risarcimento sul fronte del prestigio giudiziario, diverso è il discorso che riguarda Alghero: in questo caso si tratterebbe di una logica puramente economica, i costi per la sede vengono tagliati e il personale si trasferirà a Sassari. Stessa valutazione per Carbonia, Iglesias e Sanluri. E se qualcuno lamenta che la sede di Cagliari è lontana, il ministro Severino ha già fatto sapere che «è puro egoismo pretendere di avere il tribunale sotto casa». E non si discosta molto per quanto riguarda la soppressione degli uffici del giudice di pace: 24 per il distretto di Cagliari e Oristano; 17 per quello di Sassari e Nuoro. Praticamente tutti. «Vero è che alcuni non avevano senso di esistere almeno stando ai carichi di lavoro – commenta Francesco Milia – ma alcuni andavano salvati e accorpati». Per gli uffici del giudice di pace, salutati come una benedizione per alleggerire la macchina della giustizia quando nel 1991 furono istituiti, ma spesso solo uno step costoso prima di arrivare comunque al tribunale, sembra arrivata l’ora della rottomazione.«Francamente per fare una riforma così non occorreva impegnare la cultura di un ministro tecnico del calibro della professoressa Severino: bastava e avanzava quella di un buon ragioniere», è stato il commento dei deputati sardi Guido Melis (che fa anche parte della commissione Giustizia) e Giulio Calvisi, entrambi Pd. «In Sardegna – obiettano – si è proceduto come rulli compressori. Una ritirata dai territori. Non hanno ascoltato i nostri consigli».

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