La Nuova Sardegna

Sassari

«Io creditore di uno Stato che non paga»

«Io creditore di uno Stato che non paga»

Continua l’odissea di un imprenditore di Sassari: aspetta 700mila euro e intanto non può onorare le scadenze

17 luglio 2012
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Non è bastato che in un momento di disperazione avesse minacciato di gettarsi nel vuoto. Non è servito che il suo caso sia arrivato in Parlamento. E nemmeno che la sua storia sia finita sui giornali e con un'eco anche in televisione nelle popolari trasmissioni di Mara Venier e Barbara D'Urso. Lo Stato continua ad essere sordo alle richieste di Daniele Delogu, l'imprenditore titolare della Digiemme, un'azienda di soccorso stradale: è creditore di 700mila euro per la custodia di veicoli messi sotto sequestro, ma quei soldi continuano a non arrivare e lui da anni combatte perché gli venga dato quanto gli spetta. Nel frattempo si è trovato assediato dai creditori, oberato dai debiti con Equitalia, impossibilitato a pagare Iva e contributi previdenziali e nei giorni scorsi un nuovo capitolo si è aggiunto alla sua triste storia di cittadino vessato: è stato sfrattato per morosità dal deposito di Ottava dove lavorava. Una nuova umiliazione per lui che sta conducendo una lotta senza vedere spiragli all'orizzonte. «Solo da poco ho ottenuto 16mila euro dalla prefettura, la classica goccia nel mare -racconta _. Con Equitalia ho trattato un piano di rientro da 2500 euro al mese, ne dovevo 80mila. Ma sono sempre nella situazione di non poter adempiere alle scadenze.Perché lo Stato continua a tacere _ è il suo amaro sfogo _? Perché non mi viene dato quanto mi spetta? Mi sembra di vivere sotto una dittatura. Eppure non pretendo nulla di più di quanto mi è dovuto. Ho svolto un lavoro che mi è stato richiesto e quindi ho diritto a ricevere il pagamento. E invece continua il silenzio. Sono dieci anni che aspetto, ma sono stanco. Ho sempre lavorato onestamente e vorrei vivere con dignità».

Daniele Delogu, ex carabiniere, vive la sua situazione come un affronto e non sa darsi pace.Ha affrontato mille difficoltà, ha perso il camion che aveva acquistato perchè non poteva più pagare, è stato costretto anche a vivere in auto. Non si era piegato alle avversità, ha tre figli a cui come ogni buon padre cerca di dare quello che può, fino a qualche mese fa quando lo stress e la disperazione lo avevano convintoa farla finita. Sul bordo di un precipizio, nelle campagne tra Sassari e Ossi, aveva minacciato di lanciarsi nel vuoto, poi, i soccorritori l'avevano convinto a desistere.Ora è riuscito a superare quel brutto momento ma chi ha tanto dolore nel cuore ha bisogno di certezze per non ripiombare nella disperazione. Lui sta facendo del suo meglio. E' riuscito a trovare un altro deposito in cui lavorare, sulla 131. Ma quell'arretrato di debiti è un macigno che lo tormenta.

La storia dell'ex carabiniere è ancora una volta la dimostrazione che lo Stato, sempre così solerte nel pretendere dai suoi cittadini, non si comporta con altrettanta correttezza. E appare sciatto e lento. Nel deposito della Digiemme languono 30 motorini e una cinquantina di auto sottoposti a fermo amministrativo e penale che sono sati affidati dalle forze di polizia e dal tribunale penale. Pian piano, mentre i mezzi si arrugginiscono, il costo della loro custodia lievita. Qualche esempio. Uno scooter Scarabeo che era stato rubato nel lontano 2000 si deve pagare al custode 18mila euro, una Y10 sequestrata nel lontano 2005 ha prodotto un costo di 150 euro per la rimozione e di 15mila per la custodia. In quel cimitero si allunga l'elenco di mezzi il cui costo è superiore al loro valore. Una beffa, insomma. Per Delogu e per tutti i contribuenti che,alla fine dei conti, pagano anche loro una quota all'inerzia statale. (p.f.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative