La Nuova Sardegna

Sassari

Bonorva, due pallottole per il sindaco

di Gianni Bazzoni
Bonorva, due pallottole per il sindaco

Una lettera minatoria inviata a Gianmario Senes: «Fai liberare subito le tenute Mariani altrimenti puoi prepararti la tomba»

27 luglio 2012
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BONORVA. Gli hanno mandato una busta con due proiettili calibro 7.65, e un ultimatum: «Entro il 15 agosto fai liberare le tenute Mariani, altrimenti preparati la tomba tu e la tua famiglia». Destinatario Gianmario Senes, 59 anni, sindaco di Bonorva che da ieri è entrato a fare parte dell’elenco degli amministratori pubblici minacciati da quel fronte sommerso di persone che si muovono tra interessi che riguardano i contratti per i cantieri forestali e le concessioni di terreni comunali per il pascolo.

Il plico è stato consegnato nelle mani dei carabinieri della compagnia di Bonorva che hanno avviato le indagini insieme ai colleghi del Reparto operativo del comando provinciale. La lettera è scritta in stampatello, senza errori di ortografia. I primi accertamenti riguardano cose conosciute: il parco Mariani è un gioiello ambientale di proprietà pubblica, il Comune di Bonorva ci paga un mutuo di 220mila euro l’anno, un debito fino al 2026. Solo che l’area è occupata da alcuni allevatori di Orotelli che si sono insediati abusivamente (dopo la scadenza del contratto di affitto) e pascolano il bestiame. Una di quelle storie di campagna senza fine. Così i progetti di sviluppo di quei 700 ettari sono bloccati da un contenzioso invisibile che - stranamente - in tanti trascurano. E la convenzione con l’Ente Foreste della Sardegna non può diventare operativa, come pure l’inserimento degli operai nei cantieri che non decolla. E tra chi non accetta che un patrimonio pubblico di quel valore resti nelle mani di pochi, evidentemente c’è chi ha deciso di alzare il tiro. Gianmario Senes aveva percepito il malessere diffuso e - di fronte alla situazione di incertezza - qualche mese fa, ha informato della situazione la procura della Repubblica di Sassari. Le cose sono rimaste tali. Il parco Mariani è ancora nelle mani di pochi che non ne avrebbero diritto, la tensione è salita alle stelle, alimentata da una crisi che da anni sta mettendo in ginocchio Bonorva e tutto il territorio. E c’è chi se la prende con il sindaco, indicandolo come «imputato» di una vicenda che sembra avere ben altre responsabilità.

«Sono amareggiato – ha detto Gianmario Senes – perchè in questa vicenda ho fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità per favorire una soluzione utile per la comunità. Ora se la prendono con me, e tirano in ballo anche la mia famiglia. Perchè mettere in mezzo anche loro, che senso ha?».

E’ solo uno sfogo del momento, poi il sindaco riprende pienamente il suo ruolo di rappresentante delle istituzioni eletto dal popolo: «Questa storia evidenzia che siamo senza tutele – afferma – ma non ci lasciamo intimorire da nessuno. Domani sera (oggi, ndc) il consiglio comunale si riunisce in seduta straordinaria. Sappiamo che i sindaci e gli amministratori locali fanno i conti quotidianamente con il disagio sociale crescente, con la disperazione e la povertà, con l’esasperazione dei cittadini e delle famiglie. Ci sentiamo in trincea, spesso soli, privi di mezzi per rispondere alle esigenze della gente e della parte più debole delle nostre comunità. In una settimana già tre sindaci sono stati oggetto di intimidazioni in Sardegna. E noi dobbiamo isolare e condannare la violenza, con fermezza ma anche senza isterie e esagerazioni».

Il pensiero, in questo momento di preoccupazione, va allo Stato in tutte le sue articolazioni. «Servirebbe che fosse più attento alle segnalazioni e alle richieste dei sindaci – sostiene Senes – alle difficoltà quotidiane dei tanti che sono senza lavoro, alle famiglie che non sanno più come fare per arrivare alla fine del mese, ai tanti giovani ai quali è negata anche la speranza nel futuro».

Resterà al suo posto Gianmario Senes, l’ha detto chiaro anche ai tanti amici e esponenti politici che sono arrivati a testimoniare solidarietà. Non per fare l’eroe ma perchè vuole continuare a essere «solo e semplicemente un normale cittadino rispettoso delle istituzioni e della democrazia».

Il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha parlato di «atto da vigliacchi: chi tenta di turbare la vita privata e amministrativa di un rappresentante della cittadinanza attacca tutta la nostra comunità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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