La Nuova Sardegna

Sassari

Il Wwf in Procura per salvare il Calich

Il Wwf in Procura per salvare il Calich

L’associazione ambientalista ha presentato un esposto per chiedere un intervento immediato che salvi lo stagno

10 agosto 2012
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SASSARI. La laguna di Calich muore e il Wwf si rivolge alla Procura per tentare di salvarlo. L’associazione ambientalista lamenta troppi ritardi nell’applicazione del piano di gestione di riutilizzo delle acque reflue depurate ad Alghero. Troppi errori strategici sono stati fatti nel passato - denuncia il WWF in una nota - quali, ad esempio, la scellerata scelta di ubicare il depuratore a ridosso del bacino idrografico che si immette nella laguna di Calich, causando di fatto lo sconvolgimento dell’equilibrio idrobiologico della zona umida d’importanza internazionale. Attraverso un esposto circostanziato indirizzato alla Procura della Repubblica di Sassari, all’Arpas, ai carabinieri del Noe, agli assessorati regionale e provinciale tutela ambiente, all’Autorità d’Ambito della Sardegna, all’ufficio circondariale marittimo, al Consorzio di bonifica della Nurra, all’azienda Speciale del Parco Naturale di Porto Conte, ad Abbanoa SpA, all’Asl, al Cfva, al Comune di Alghero, l’associazione ambientalista denuncia apertamente il danno ambientale per il quale ha già attivato il proprio ufficio legale. «In un contesto paesaggistico di eccezionale bellezza non è più ammissibile lasciare il Calich in completo abbandono», ha affermato il presidente regionale del WWF, Antonello Secci. «Il danno ambientale si manifesta in tutta la sua evidenza nella zona umida, classificata come zona di protezione speciale per la presenza di specie di interesse comunitario. Qualcuno dovrà rispondere dello scempio perpetrato nella laguna, un tempo biglietto da visita della città catalana ed ora ridotta a squallido ricettacolo di mucillagini e colibatteri fecali». Il Wwf sollecita l’immediata applicazione del piano di gestione del riutilizzo delle acque reflue depurate dal comune di Alghero, che da oltre un anno giace nei cassetti dell’ente gestore ed è sostanzialmente inapplicato. «In particolare chiediamo - conclude l’ambientalista - che si dia corso in tempi brevi al convogliamento in toto delle acque reflue nel sistema di canalizzazione del consorzio di bonifica della Nurra previa realizzazione di un adeguato bacino di decantazione e miscelazione delle acque depurate con quelle grezze provenienti dal Cuga.

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