La Nuova Sardegna

Sassari

Tribunali, chiuse tutte le sedi distaccate

di Luca Rojch
Tribunali, chiuse tutte le sedi distaccate

Da Olbia a Carbonia un taglio netto: via otto sezioni. Si salva solo il giudice di pace della Maddalena. Rivolta in Gallura

11 agosto 2012
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OLBIA. Un colpo di mannaia e il consiglio dei Ministri taglia 220 sedi staccate di tribunali in tutta Italia. Il governo prima delle vacanze vara la sua riforma di Ferragosto e salva solo 31 procure antimafia, il resto è una lunga teoria di tagli. Via anche 667 giudici di pace. La riforma della giustizia si trasforma nella più grande fuga dello Stato dall’isola. In Sardegna saltano otto sedi staccate, che pesano come tribunali. Presidi fondamentali per garantire lo Stato di diritto. Ma per il Ministro Paola Severino si può fare a meno delle sezioni di Olbia, Alghero, Carbonia, Iglesias, Macomer, Sanluri, Sorgono, La Maddalena. Questioni di cassa. Fine della corsa per le speranze di vedere un salvacondotto per le aule di giustizia in Sardegna. Il governo garantisce solo che non saranno cancellati posti di lavoro. Nel disastro si salva solo il giudice di pace della Maddalena, come nelle altre piccole isole. Per la Sardegna un ritorno al passato, all'inizio del Novecento. Il ministro Severino ha ignorato i pareri delle commissioni di Camera e Senato che mettevano nero su bianco elenchi di sedi da salvare e criteri perché la mannaia non si abbattesse cieca sul sistema giustizia. La reazione dei parlamentari sardi somiglia a un atto di guerra. «Il governo ha preso in giro tutto il Parlamento – accusa il senatore Pd Gian Piero Scanu –. Una provocazione che non può rimanere impunita. L’isola ha subito un saccheggio. Il ministro ha ignorato le indicazioni arrivate dalla Camere. Di questo si deve tenere conto nel futuro. Credo che questo per il governo segni la fine della sua corsa in Parlamento. La sua è una politica da tagliatori di teste. I senatori e i deputati sardi si dovranno vedere per agire subito tutti insieme. Non mi rassegno. Con questi tagli si risparmiano 50 milioni di euro, meno del bilancio di una piccola Asl». Durissimo il coordinatore regionale del Pdl Settimo Nizzi che dichiara guerra all’esecutivo guidato da Mario Monti. «Questo governo ha creato un danno economico enorme alla Sardegna – dice il deputato Nizzi –. Non ha tenuto conto delle indicazioni arrivate dalle commissioni in Parlamento. Da oggi sarà guerra a questo governo di incapaci. Già non ho votato la spending review, ma il mio sostegno a questo esecutivo è finito. Devono andare a casa, perché hanno distrutto la giustizia in Italia». Difficile per ora capire i termini entro cui sarà attuata la riforma. Si attende di leggere il decreto. Ci dovrebbe essere un anno di tempo, ma bisogna capire se è il tempo concesso per adeguarsi alle norme, o se la rivoluzione scatterà a settembre del 2013. «Tutto deve essere ancora chiarito – spiega il deputato Pd Giulio Calvisi –. Non ho visto il testo, ma è stata calpestata la richiesta dei due rami del Parlamento. In Sardegna si è tagliato tutto. Questa è una ritirata dello Stato. Abbiamo chiesto che si riconoscessero le particolari condizioni della giustizia nell’isola. Dopo i pareri di Camera e Senato avevamo qualche speranza che la logica ragionieristica fosse messa da parte. Niente di tutto questo è accaduto». Critico anche il senatore Pdl Fedele Sanciu. «Il Ministro Severino si dimostra campione di cecità politica – dice – . I diritti vengono calpestati. La sede di Olbia era citata come esempio, come caso limite e sede da salvare. A questo punto vista l’arroganza e la supponenza del Ministro avvierò una seria riflessione con il partito sul mio appoggio al governo».

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