La Nuova Sardegna

Sassari

Cedi Sisa, sciopero per l’orario spezzato «Serve più equità»

di Gianni Bazzoni
Cedi Sisa, sciopero per l’orario spezzato «Serve più equità»

Protesta a oltranza di un gruppo di lavoratori iscritti alla Uil-TuCs, chiesto un incontro urgente con l’azienda

21 agosto 2012
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SASSARI. Relazioni sindacali piuttosto tese al Cedi Sisa di Codrongianos e primo sciopero - un fatto quasi storico - per contestare quella che la Uil di Sassari ha definito «una situazione inaccettabile». Al centro dello scontro, la modulazione dell’«orario spezzato» che, secondo quanto hanno raccontato ieri i manifestanti, viene applicato solo per alcuni lavoratori, con disagi inevitabili, specie per i pendolari che si vedono costretti a viaggiare quattro volte percorrendo in una giornata anche duecento chilometri.

L’argomento è oggetto di trattativa ormai da diverso tempo e il 7 agosto, la UilTuCs e l’azienda avevano sottoscritto un verbale per rinviare la soluzione del problema a settembre. Subito dopo ferragosto, invece, la vertenza è esplosa nuovamente dopo le segnalazioni dei lavoratori e la segreteria provinciale di categoria della Uil ha proclamato lo sciopero che ha interessato la giornata di ieri e proseguirà a oltranza «fino a quando non sarà fissato un incontro con l’amministratore delegato dell’azienda».

Massimo Barra, segretario provinciale aggiunto della UilTuCs, ieri ha avuto un lungo incontro con i lavoratori (12 quelli al momento interessati dall’iniziativa) e ha ribadito «la piena disponibilità a un confronto con l’azienda per risolvere il problema. Chiediamo un equo trattamento per tutti – ha detto – e se l’obiettivo è quello di proseguire con la modalità dell’orario spezzato, è giusto che venga applicato a tutti gli 80 lavoratori dell’azienda. E non solo a quelli della Uil che hanno avuto coraggio di rivendicare il rispetto dei propri diritti».

I dipendenti interessati sono quelli dell’area «Preparazione merci» per una parte dei quali, la Cedi Sisa ha disposto l’«orario spezzato». In pratica le 6 ore e 40 del turno, vengono suddivise parte al mattino e parte la sera. Un esempio: c’è chi si è ritrovato a lavorare dalle 6 alle 9 e poi dalle 19 alle 21, con un evidente vuoto in mezzo che per i pendolari vuol dire rientro a casa e ritorno per la parte dell’orario da completare. Situazione complicata, resa ancora più difficile dai rapporti sempre più tesi tra sindacato e azienda. «Abbiamo chiesto la sala per l’assemblea con i lavoratori – ha detto ancora Barra – e ci è stato assegnato un locale in un ristorante a 20 chilometri dalla sede aziendale. Noi siamo disponibili al dialogo, ma serve un segnale chiaro da parte del Cedi Sisa. E auspichiamo che arrivi presto».

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