La Nuova Sardegna

Sassari

RAPINA DI VIA SORSO

Nuove accuse ai tre romeni, trovati abiti sporchi di sangue

Nuove accuse ai tre romeni, trovati abiti sporchi di sangue

SASSARI. Gli investigatori della squadra mobile della questura hanno aperto un fronte di indagine che riguarda i romeni dopo l’arresto dei tre giovani che hanno sequestrato, massacrato di botte e...

28 agosto 2012
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SASSARI. Gli investigatori della squadra mobile della questura hanno aperto un fronte di indagine che riguarda i romeni dopo l’arresto dei tre giovani che hanno sequestrato, massacrato di botte e rapinato Tino Poddighe, 63 anni, titolare del circolo dei macellai di via Sorso.

Nel corso dell’attività investigativa, infatti, sarebbero stati raccolti elementi giudicati interessanti che potrebbero anche portare al coinvolgimento dei tre fermati - e di altri complici - in furti e rapine messi a segno nell’ultimo periodo nel territorio. Nell’abitazione dei romeni, in via Maddalena, nel centro storico, sono stati recuperati attrezzi da scasso professionali, borse schermate (di quelle utilizzate per superare i controlli antitaccheggio). L’operazione non è ancora conclusa e anche ieri mattina gli investigatori della Mobile hanno effettuato una serie di controlli specifici, sempre nell’ambiente frequentato dal gruppo dei romeni.

Intanto sono emersi ulteriori particolari riguardo al brutale episodio di via Sorso. Tino Poddighe è stato pestato selvaggiamente, anche senza motivo. Quando ha accettato di aprire la cassaforte e consegnare il denaro è stato picchiato ancora, fino a spaccargli anche la dentiera. Una violenza inaudita da parte di Flaviu Cosmin Balota, Cornel Marian Olteanu e Marius Florin Cretu. Gli investigatori, ieri mattina, hanno avuto un breve incontro con il sostituto procuratore Carlo Scalas, titolare dell’inchiesta, per fare il punto della situazione. Nell’abitazione occupata dai romeni, infatti, sarebbero stati sequestrati abiti sporchi di sangue (da verificare se si tratti di sangue di Poddighe), una busta piena di monete da un euro (sicuramente il contenuto delle gettoniere delle macchinette videopoker del circolo di via Sorso) e il nastro adesivo del tipo utilizzato per immobilizzare Tino Poddighe durante la rapina. Interessanti anche i dati emersi dalla comparazione del traffico telefonico dei cellulari in uso ai tre arrestati: sarebbe emerso con chiarezza dalle comunicazioni ripetute che la vittima è stata tenuta costantemente sotto controllo prima della rapina. (g.b.)

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