La Nuova Sardegna

Sassari

Vinyls, conto alla rovescia per i brasiliani

di Gianni Bazzoni
Vinyls, conto alla rovescia per i brasiliani

La proposta della misteriosa società sudamericana dovrebbe essere formalizzata entro oggi - VIDEO

07 settembre 2012
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PORTO TORRES. Tensione alta, una assemblea volante per capire quanto ancora si può aspettare e a che cosa si può credere. Risultato: poco in entrambi i casi. La Vinyls è l’ultimo fronte che ancora resiste dopo il tracollo del Petrolchimico di Porto Torres, insieme a loro le imprese dell’indotto trascinate su una strada senza ritorno e gli operai delle cooperative (come Eurocoop e Tecnicoop) che non hanno nessuna tutela.

In effetti non c’è molto tempo. Il misterioso gruppo brasiliano - se davvero interessato alle linee del Pvc dello stabilimento di Porto Torres - dovrebbe formalizzare l’offerta entro oggi. L’ha detto chiaramente anche il commissario straordinario Giorgio Simeone nell’incontro in Prefettura. E’ una corsa contro il tempo, perchè se i brasiliani «non si qualificano» si rischia un altro caso Gita. L’unica certezza, al momento, è che l’accreditamento è avvenuto attraverso l’ambasciata. Non ci sono altri elementi di valutazione. Per questo lavoratori e sindacati restano scettici e attendono un segnale concreto di chiarezza. Se non ci saranno novità nelle prossime ore, lunedì i commissari presenteranno la loro proposta al Tribunale di Venezia, e le strade percorribili sembrano davvero segnate. Se FinAmbiente - che ha già formalizzato l’interesse - non dovesse trovare il socio che garantisce la liquidità richiesta, infatti, resterebbe fuori. E l’alternativa - senza la proposta brasiliana - sarebbe quella del bando per la cessione degli impianti come ferro.

Voci d’Europa. Ieri sera, alla torre aragonese c’è stata una parentesi di speranza e di solidarietà. Stavolta niente politici e passerelle istituzionali. I cori che partecipano al festival internazionale «Voci d’Europa» hanno cantato alcuni brani davanti ai lavoratori in lotta e a un pubblico numeroso che si è raccolto richiamato dai canti polifonici. L’auspicio è che la visita dei complessi corali, che da molti anni fanno la storia di uno dei festival più famosi d’Europa, porti davvero qualcosa di buono anche per la vertenza della Vinyls e del territorio del nord Sardegna.

L’emergenza. La crisi ha un fronte troppo vasto, coinvolge tutti i settori: dalla chimica all’edilizia, passando per le aziende metalmeccaniche ed elettriche che hanno rappresentato la colonna portante dell’indotto della zona industriale di Porto Torres. Il sindacato finora ha predicato nel vuoto: documenti, protocolli, tavoli tecnici e politici, aree di crisi e trovate con nomi diversi, non hanno portato risultati. Anzi, nel silenzio generale e nella ricerca continua del rinvio, il tempo è trascorso pericolosamente ed è stato fatto il gioco di chi voleva sfasciare tutto senza costruire niente.

Verso lo sciopero. Dopo gli Stati generali previsti a breve, le organizzazioni sindacali puntano allo sciopero generale del territorio a ottobre. Una scelta inevitabile di fronte all’assenze di risposte su tutte le vertenze e in presenza di una azione debole da parte della Regione. Sotto tiro anche il Governo, che continua a giustificare comportamenti inaccetabili come quelli della multinazionale tedesca E.On. Il blocco dell’investimento di circa 700 milioni di euro è un danno pesante per il territorio, anche in termini ambientali perchè a Fiume Santo restano in marcia i vecchi gruppi 1 e 2 altamente inquinanti e a rischio sicurezza.

Chimica verde. Ieri nella sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura si è insediato il tavolo tecnico-scientifico del quale fanno parte esperti della Regione, delle Università di Sassari e Cagliari, del Cnr e di Matrìca. Avranno il compito di proporre, analizzare e studiare proposte innovative finalizzate all’evoluzione del progetto. L’idea è quella di creare le condizioni per avviare uno sviluppo sostenibile cercando di coniugare ricerca, industria, chimica e agricoltura. Una cosa complicata, che può funzionare solo se c’è chiarezza di ruoli, progetti, investimenti, analisi dei rischi e dei benefici per il territorio. La chimica verde da sola non basta, nell’area industriale bonificata serve un progetto più ampio, credibile, legato al mercato mondiale. E per ora non c’è.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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