La Nuova Sardegna

Sassari

I Ris: «Tre i killer che uccisero i Bacciu»

I Ris: «Tre i killer che uccisero i Bacciu»

Depositata la perizia richiesta dal pm sui 12 bossoli recuperati a “Bidorosu” subito dopo l’omicidio

16 settembre 2012
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Ora c’è la certezza: a uccidere Giovanni Battista e Antonio Bacciu, zio e nipote, furono tre killer. L’indagine tecnica disposta dal sostituto procuratore Carlo Scalas - titolare dell’inchiesta - e affidata agli specialisti del Raggruppamento investigazioni scientifiche di Cagliari, ha chiarito senza ombra di dubbio che all’alba del 29 aprile del 2011, dietro il muretto a secco dell’ovile di «Bidorosu», il gruppo di fuoco era formato da tre persone che hanno sparato con armi diverse. L’esame compiuto sui 12 bossoli e la cartuccia calibro 12, ha portato i periti a concludere che i colpi sono stati esplosi «tutti da tre armi di pari calibro, del tipo a funzionamento semiautomatico e/o a pompa». La cartuccia leggermente «percossa», sempre calibro 12, secondo i periti del Ris di Cagliari sarebbe «verosimilmente riconducibile all’arma 3».

Attraverso la consultazione della banca dati delle forze dell’ordine, è stata ora avviata la ricerca per provare possibili correlazioni con altri casi. Si cerca di capire, insomma, se quelle armi utilizzate per il duplice omicidio di Buddusò siano state già utilizzate per fatti delittuosi compiuti in precedenza in Sardegna.

L’attività investigativa sviluppata dai carabinieri del Nucleo investigazioni scientifiche del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Sassari, aveva portato a ipotizzare che del commando che uccise Giovanni Battista e Antonio Bacciu avevano fatto parte tre persone. Per quella brutale esecuzione, alla quale scamparono miracolosamente Angelo (23) e Gianmarco Bacciu (19, il ragazzo si finse morto) - a conclusione di una complessa indagine, seguita direttamente anche dal procuratore capo della Repubblica Roberto Saieva, erano state arrestate cinque persone. Salvatore Brundu, di 23 anni (ritenuto uno dei tre killer): Giovanni Manca, di 42, e i fratelli Giovanni Antonio, Mario e Giuseppe Canu, rispettivamente di 47, 49 e 50 anni, tutti di Buddusò. Giovanni Antonio Canu - secondo gli inquirenti - sarebbe il mandante del duplice omicidio, mentre gli altri due fratelli erano stati arrestati perla detenzione di una pistola considerata in qualche modo legata al delitto pianificato per un terreno comunale conteso. I tre indagati attualmente in carcere - Salvatore Brundu, Giovanni Manca e Giovanni Antonio Canu, difesi dagli avvocati Antonio Secci, Claudio Mastandrea e Speranza Benenati - sono stati trasferiti di recente dal carcere di San Sebastiano in un altro penitenziario dell’Isola. (g.b.)

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