La Nuova Sardegna

Sassari

Svolta al Banco, fuori 235 dipendenti

di Alfredo Franchini

Bper taglia la forza lavoro. Razionalizzati gli sportelli, chiuso il dieci per cento delle filiali. Obiettivo: 50 milioni di utili

26 settembre 2012
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CAGLIARI. Tempo di cambiamenti per la Bper e, di conseguenza, per il Banco di Sardegna e la Banca di Sassari. E’ di qualche giorno fa la firma dei sindacati con la Bper sul riassetto delle aziende sarde all’interno del nuovo piano industriale presentato dal gruppo di Modena. In realtà del piano industriale si sa ben poco mentre è chiaro il progetto di tagliare il costo del lavoro. In Sardegna si creano 492 eccedenze ma in realtà la riduzione riguarderà “solo” 235 dipendenti perché per altre 257 persone andranno a potenziare il polo sardo di Bper Services.

Quelli che una volta si chiamavano esuberi sono diventate “risorse liberate” ma la sostanza non cambia. Il modello Bper, cresciuto negli ultimi anni su una base federativa, mostra alcune crepe anche per via della crisi che ha fatto esplodere le sofferenze in tutte le banche del gruppo. Così, per la prima volta perché gli altri gruppi nazionali vi avevano fatto abbondantemente ricorso, anche la Bper si appresta a utilizzare il Fondo di solidarietà del settore bancario: un ammortizzatore sociale che consente un accompagnamento di cinque anni alla pensione. Bper taglia a livello nazionale il dieci per cento della forza lavoro e le “risorse liberate” alla fine saranno 1.100 di cui 450 usciranno dalla produzione e 650 dovranno essere ricollocati. La maggior parte delle eccedenze riguarda le direzioni generali. Un intervento pesante è quello previsto sulla Banca di Sassari (45 persone su un organico di 554), per via della sovrapposizione degli sportelli con quelli del Banco.

L’istituto di Viale Umberto ha la quota maggiore di eccedenze sia in termini assoluti che in termini di incidenza. Un’età media piuttosto alta dei dipendenti fa del Banco anche l’istituto con il maggior bacino di pensionabili. Nell’economia del gruppo Bper, per tutte le altre aziende, il bacino di esodabili è piuttosto ridotto basti pensare a Meliorbanca, recentemente acquisita, che ha solo due esodabili su 98 eccedenze dichiarate.

L’accordo sottoscritto da Bper con Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl Uilca, tutela i lavoratori ma è l’inizio di una nuova era per tutte le banche del gruppo, con molte incognite aperte. Il mercato del credito sardo è decisamente anomalo, non fosse altro che per l’enorme concentrazione di sportelli, (circa il 70%) tra due gruppi: quello del Banco di Sardegna e Banca di credito sardo, (cioè Intesa). Il piano di riduzione dei costi porterà all’ottimizzazione degli sportelli che, tradotto, significa che ci saranno anche molte chiusure laddove si sovrappongono Banco di Sardegna e Banca di Sassari.Tra i “buchi neri” c’è anche il potenziamento del polo sardo di Bper Services: in questa società dovrebbero confluire parte dell’attività di tesoreria ma anche altri servizi; per ora non ci sono certezze. La razionalizzazione degli sportelli, che interesserà circa il dieci per cento delle filiali, non si limiterà alle sovrapposizioni perché è prevista anche la cessione degli sportelli a marchio Banco nella penisola: saranno assorbiti tutti dalla capogruppo Bper. Poi la riduzione dei costi con il contenimento delle spese a la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Con questo piano, Bper ha un obiettivo: portare nel 2014 l’utile netto del Banco di Sardegna a 50 milioni di euro.

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