La Nuova Sardegna

Sassari

processo sui permessi di soggiorno

«Non accusai Garau» Il teste smentisce, per il pm dice il falso

«Non accusai Garau» Il teste smentisce, per il pm dice il falso

SASSARI. «Non ricordo di averlo mai detto, quando dichiarato in questura nel 2003 non è vero: non parlavo bene italiano». Ha smentito la gran parte delle accuse che aveva rivolto a Carlo Garau...

11 ottobre 2012
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SASSARI. «Non ricordo di averlo mai detto, quando dichiarato in questura nel 2003 non è vero: non parlavo bene italiano». Ha smentito la gran parte delle accuse che aveva rivolto a Carlo Garau (poliziotto sotto accusa con un collega e altri 16 imputati), uno dei principali testimoni al processo per concussione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e prostituzione. Ma il testimone si è beccato accuse di calunnia e falsa testimonianza, come anticipato in aula dal pm. Davanti al collegio presieduto da Pietro Fanile, a latere Cinzia Caleffi e Marina Capitta, il cittadino marocchino Hamid El Youssefi ha cercato di sfuggire alle domande del pm Paolo Piras, dapprima smentendo di aver mai conosciuto Garau, accusato di aver costretto la sua fidanzata ad avere un rapporto sessuale, in cambio di una mano per ottenere il permesso di soggiorno. Poi, alle numerose contestazioni del pm che ha letto diverse volte il verbale firmato dal testimone in questura, nel 2003, El Youssefi ha ammesso di aver chiesto una mano a “Carlo”, «ma solo per telefono, non l’ho mai incontrato», ha spiegato. Con difficoltà ha ammesso pure che la ragazza che gli aveva suggerito di rivolgersi a “Carlo”, gli aveva chiesto mille euro per pagare il favore che gli avrebbe fatto il poliziotto. E il teste ha tenuto a precisare: «Non me li aveva chiesti Carlo, ma la ragazza». Con lei andò in questura a prendere il permesso di soggiorno, che però non era pronto. Allora, a verbale, aveva detto: «La ragazza chiamò Carlo e lui chiese se poteva avere rapporti con la nipote», che poi era la sua fidanzata. Ma ieri, davanti ai giudici, El Youssefi ha smentito tutto: «Allora non parlavo bene italiano. Non ho mai accusato Carlo, non so nulla». Il pm non ci ha creduto: procederà per calunnia e falsa testimonianza. Il processo continua il 12 dicembre. (e.l.)

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