La Nuova Sardegna

Sassari

E.On contro i Comuni e la Provincia

di Elena Laudante
E.On contro i Comuni e la Provincia

Marea nera, la società tedesca si oppone alla costituzione di parte civile di enti locali e comitati

31 ottobre 2012
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SASSARI. «Il Comune di Sassari, la Provincia, e gli altri enti non hanno alcun diritto di costituirsi parte civile nel processo contro E.On». I legali del colosso di Fiume Santo hanno respinto in blocco le ragioni di chi si ritiene danneggiato dalla marea nera, l’ondata da 36mila litri di olio combustibile che aveva invaso il litorale del Nord Sardegna tra gennaio e febbraio 2011, a causa di una fuoriuscita dall’oleodotto della centrale. Imputati di crollo colposo e deturpamento di bellezze naturali sono l’attuale direttore Marco Bertolino, Salvatore Signoriello, direttore quando la centrale era di Endesa, e Francesco Capriotti, al vertice dell'impianto allora Enelpower.

All’udienza preliminare di ieri, difesa e legali di aspiranti parti civili si sono affrontati a colpi di diritti da tutelare e articoli di legge. Inizialmente, la difesa di E.On - legali Giuseppe Conti, Paolo Dell’Anno e Gianluigi Poddighe - aveva depositato al gup Carla Altieri una memoria nella quale contestava solo le istanze di tre persone offese: i Comitati tuteliamo il Golfo dell’Asinara e Tutela delle Coste della Gallura, e una privata cittadina. Poi, a sorpresa, in aula la difesa ha eccepito l’inammissibilità anche delle richieste degli enti: Provincia di Sassari, Comune di Sassari e di Sorso, Stintino, Castelsardo, Porto Torres, Santa Teresa di Gallura, Trinità d’Agultu, e il Parco dell'Asinara. Perché secondo Dell’Anno, per il danno ambientale è legittimato a chiedere risarcimenti solo il ministero dell’Ambiente, che in effetti non si è presentato. Anche se, di solito, lo Stato aspetta di costituirsi nell’eventuale dibattimento. Per la difesa, vanno respinte tutte le richieste degli enti perché «generiche», nel senso che non individuano un danno diverso da quello ambientale e dunque, stando all’interpretazione delle norme in materia, non avrebbero diritto a contrastare E.On, accanto alla pubblica accusa. Ma alcuni dei legali delle persone offese - Nicola Lucchi, Pieluigi Carta, Ivan Cermelli, Antonio Meloni e altri - hanno ricordato come il danno subito dalle amministrazioni dalla marea nera è evidente, sotto gli occhi di tutti: un danno all’immagine e di conseguenza al turismo che deriverebbe proprio da quelle chiazze di catrame faticosamente rimosse dopo l’incidente.

Inizialmente, si diceva, la difesa puntava il dito solo contro i due comitati che si sono costituiti all’indomani della fuoriuscita di combustibile, il Comitato tuteliamo il Golfo Asinara (assistito da Pina Zappetto) e quello per la tutela delle Coste della Gallura (difeso da Giò Mura). «Ma le associazioni - ha ricordato l’avvocato Zappetto - hanno subito un danno ulteriore e concreto, che deriva proprio dalla loro attività in favore della pulizia delle coste». Sarà il gup Altieri a stabilire chi è legittimato a partecipare al processo e chi no: la decisione sarà comunicata nel corso dell’udienza del prossimo 20 novembre. Favorevole il rappresentante dell’accusa. «Le richieste sono tutte ammissibili - ha detto il pm Paolo Piras - perché purtroppo gli effetti del reato si sono protratti per un lungo periodo». Anche se E.On è pronta a presentare i dati dell’Arpas che escluderebbero - secondo fonti ancora ufficiose - la presenza di agenti inquinanti nel Golfo.

Ieri il gup ha sollecitato le aspiranti parti civili a individuare l’eventuale responsabile civile da citare, cioè il soggetto che dovrà pagare - in solido con gli imputati - nel caso di una eventuale condanna. Comuni, comitati e cooperative di pescatori hanno indicato i tre soggetti che si sono alternati alla guida di Fiume Santo dal 1999 a oggi: Enelpower, Endesa ed E.On, appunto. Se venissero accolte le richieste di costituzione delle persone offese, allora il gup valuterà anche la citazione dei responsabili civili.

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