La Nuova Sardegna

Sassari

la protesta dei penalisti

Bimbi e sovraffollamento, legali in sciopero per i reclusi

Bimbi e sovraffollamento, legali in sciopero per i reclusi

SASSARI. Una giornata dedicata ai problemi dei reclusi, alle loro condizioni di vita talvolta al limite della disumanità. Anche la Camera penale di Sassari - l’organismo che rappresenta gli avvocati...

09 novembre 2012
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SASSARI. Una giornata dedicata ai problemi dei reclusi, alle loro condizioni di vita talvolta al limite della disumanità. Anche la Camera penale di Sassari - l’organismo che rappresenta gli avvocati penalisti - aderisce all’astensione nazionale indetta dall’Unione camere penali per il 22 novembre. È l’occasione per protestare contro il sovraffollamento. E i legali sassaresi hanno triste familiarità con questi problemi, per la particolarità di San Sebastiano, da molti definito uno dei peggiori - per condizioni strutturali - carceri d’Italia. Il 22 novembre, quando i penalisti si asterranno dalla celebrazione delle udienze (a parte quelle che hanno come imputati i detenuti), in tribunale sarà tenuta invece una assemblea aperta a quanti sono interessati ai problemi dei reclusi, al loro diritto a una detenzione che non sia punitiva, ma una via alla riabilitazione. I penalisti e i loro esponenti, presieduti da Gabriele Satta, potrebbero stilare una relazione finale con i dati sulle criticità di San Sebastiano. Si tratta di nodi ormai annosi, che non sembrano poter essere sciolti prima del trasferimento alla nuova struttura di Bancali (ancora in costruzione). Anzitutto: il sovraffollamento. Se fino ai primi di ottobre, grazie all’apertura del carcere di Nuchis, a Tempio, il trasferimento di alcuni reclusi da Sassari aveva portato una boccata d’aria tra le celle di via Roma, il livello rischia di salire di nuovo. Dopo quel trasferimento c’erano 100 detenuti, ora sono 160, entro la capienza regolamentare. Oltre questa cifra però si supera la soglia “tollerabile”, oltre la quale ai detenuti inizia davvero a mancare lo spazio vitale. Non è un caso che a metà ottobre, quattro che occupavano una cella hanno impedito agli agenti di far entrare un quinto detenuto. Non ne potevano più. Ma sono stati denunciati per resistenza. E poi c’è il piccolo dramma dei baby-detenuti: ci sono quattro mamme carcerate con altrettanti figlioletti. Per loro, non ci sono misure alternative al carcere. (e.l.)

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