La Nuova Sardegna

Sassari

Truffa di Pattada, incombe la prescrizione

Truffa di Pattada, incombe la prescrizione

SASSARI. Il 14 dicembre la Cassazione scriverà la parola definitiva sulla truffa da 12 milioni di euro dell’ex promoter Axa, Tore Campus, di Pattada, che ha sottratto i risparmi di 201 persone, nel...

11 novembre 2012
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il 14 dicembre la Cassazione scriverà la parola definitiva sulla truffa da 12 milioni di euro dell’ex promoter Axa, Tore Campus, di Pattada, che ha sottratto i risparmi di 201 persone, nel Goceano, e ora è irreperibile. La Corte d’appello, a settembre 2011, ha quasi dimezzato la pena - da 6 a 3 anni e 9 mesi - per la prescrizione di reati di truffa, appropriazione indebita, esercizio abusivo della professione. Era rimasta in piedi l’accusa di associazione a delinquere, che comunque potrebbe essere dichiarata prescritta dalla Cassazione, qualora i giudici dovessero ammettere il ricorso presentato dal difensore di Campus, l’avvocato Edoardo Morette. In caso di ammissibilità del ricorso, la prescrizione scatterebbe anche nel caso in cui la Cassazione dovesse rigettarlo. Ma a Roma si gioca una partita forse più importante della eventuale condanna, anche perché Campus non è mai stato arrestato, e non entrerà mai in carcere nonostante abbia ammesse le sue colpe e mandato sul lastrico decine di investitori, alcuni dei quali gli avevano affidato anche un milione di euro per impieghi a tassi di interesse così alti da essere inverosimili. Nonostante il decorso del tempo, le provvisionali stabilite in primo grado per le parti civili - tutelate dagli avvocati Nicola Lucchi, Mattia Doneddu, Antonio Secci, Vittorio Campus, Mariangela Guiso, Giovannella Marrone e Gianni Pinna - dovrebbero essere confermate: circa 2 milioni di euro, da chiedere però a un imputato nullatenente, che non sborserà mai un euro. L’eventuale sentenza potrà essere fatta valere, forse, nei confronti la compagnia Axa. Ma c’è un’incognita anche sui risarcimenti cofermati dalla Corte d’appello. Nel ricorso Morette sostiene che alcune truffe (risalenti alla metà degli anni Novanta) erano prescritte già al processo di primo grado, a dicembre 2009, e quindi - scrive il difensore - le provvisionali per quei raggirati andrebbero in fumo. (e.l.)

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative