La Nuova Sardegna

Sassari

Una bambina in ipoglicemia, la scuola non sa come aiutarla

di Pinuccio Saba
Una bambina in ipoglicemia, la scuola non sa come aiutarla

Dopo un episodio avvenuto in un’aula della materna il consigliere regionale Franco Cuccureddu è intervenuto per chiedere alla Regione di attuare un programma di formazione per il diabete 1

13 novembre 2012
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. La Sardegna, con una piccola zona della Finlandia, è la regione europea a più alto tasso di incidenza di diabete. Una malattia genetica, in alcuni casi fortemente invalidante, con la quale si può però convivere rispettando rigide regole o grazie ai farmaci. Ma queste regole sono difficili da applicare quando il paziente è un bambino di quattro anni e frequenta la scuola materna. E così può capitare che, in seguito a una crisi ipoglicemica, la bambina rischi di andare in coma diabetico e che gli insegnanti non se la sentano di praticare una semplice iniezione sottocutanea di glucagone, farmaco salvavita che sopporta senza grandi rischi (per il paziente) anche il sovradosaggio.

Del caso accaduto a Porto Torres, ma soprattutto del problema in generale, è stato investito il consigliere regionale dell’Mpa Franco Cuccureddu, al quale si è rivolta la mamma della piccola diabetica per sollecitare un soluzione. Che non imponga, però, a insegnanti e assistenti di praticare un intervento di natura medica, ma che formi il personale scolastico a far fronte a questo genere di emergenze. Va subito detto che la bambina non ha subito alcun danno dalla crisi ipoglicemica, ma il problema si potrebbe ripresentare. Per questa ragione Franco Cuccureddu ha presentato una risoluzione alla commissione regionale alla Sanità che impegna la giunta regionale a «proporre un programma regionale di assistenza scolastica del bambino con diabete di Tipo 1 che vada incontro alle seguenti esigenze: integrare il bambino diabetico nell'ambiente scolastico (conoscenza anche da parte dei compagni della malattia diabetica, possibilità di esercitare attività fisica in ambito scolastico, possibilità di eventuali fuori-pasto a scuola); concorrere al mantenimento del buon controllo glicemico in un ambiente al di fuori di quello usuale (dieta in ambito scolastico); prevenire e gestire le complicanze acute diabetologiche con particolare riguardo alla crisi ipoglicemica (conoscenza della ipoglicemia, capacità di determinare la glicemia con lo spettrofotometro, capacità di somministrare terapia orale e parenterale)». Obbietivi che passano attarverso un sistema di informazione e formazione del corpo insegnante «sulle problematiche inerenti il diabete e sulla loro risoluzione; individuando modalità di coordinamento con le figure implicate nell'assistenza al bambino diabetico: dirigenza scolastica, Asl, pediatra di base, diabetologo, famiglia, insegnanti; dotando le scuole di ausilii e supporti che possano far fronte ad eventuali emergenze acute (zucchero, glucagone, reflettometro, ecc); prevedendo, al bisogno, la disponibilità di personale infermieristico (118, servizi territoriali, ecc.) che possa somministrare in ambiente scolastico le dosi di insulina prescritte».

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative