La Nuova Sardegna

Sassari

Anziano incerottato e rapinato in casa

di Nadia Cossu
Anziano incerottato e rapinato in casa

Centro storico, due uomini mascherati strattonano il pensionato malato e la badante e rubano qualche migliaio di euro

15 novembre 2012
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SASSARI. Con l’ingenuità che spesso caratterizza una persona anziana, per di più malata, ha aperto la porta di casa convinto che a suonare il campanello fosse il postino. Non sapeva, Salvatore Zara, che al di là del portone c’erano due uomini mascherati pronti a scagliarsi contro la vittima di turno, spingendola diverse volte e tappandole la bocca con del nastro adesivo. Avevano scelto lui, per la bravata del giorno, un uomo di 76 anni, debole fisicamente, impossibilitato a difendersi, sposato con una donna anche lei in precarie condizioni fisiche – ieri mattina era al San Camillo per sottoporsi a delle cure – accudito da una badante sassarese di appena 23 anni che nulla ha potuto fare per difendere lui e se stessa dai due rapinatori col volto coperto. Sono andati a colpo sicuro verso la camera da letto e hanno portato via i pochi risparmi dei coniugi: qualche migliaio di euro. Un terzo complice, quasi certamente, faceva da palo nella strada.

La rapina alle 9.45. In pieno giorno e in pieno centro storico di Sassari. Il teatro della rapina è vicolo Enrico Berlinguer, all’angolo con via Maddalena, a pochi passi dal Duomo. Vicino ci sono bar, una rivendita di bombole del gas, botteghe. I tre suonano il campanello nel portoncino al piano terra del vicolo. Sanno che Salvatore Zara – ex tecnico esperto nella riparazione di televisori – e sua moglie Maria Piras – poco più giovane del marito, ex cassiera in un market di via Napoli – abitano al secondo piano. Fanno la rampa di scale interne e la vittima apre una seconda volta ai suoi aggressori. Tutto succede in pochi attimi: i due entrano, spingono l’uomo, lo strattonano, gli tappano la bocca col nastro adesivo, altrettanto fanno con la badante. Parlano una lingua straniera – così racconterà Marta, la ragazza di 23 anni, agli uomini della squadra mobile arrivati sul posto coordinati dal dirigente Fortunato Marazzita – e si dirigono dritti verso la camera da letto. Il bottino è lì che li aspetta. Lo acchiappano e scappano a piedi per i viottoli del centro storico. La badante riesce a dare l’allarme, arriva anche l’ambulanza del 118, i soccorritori accompagnano il pensionato in ospedale per accertamenti. È stato dimesso nel primo pomeriggio.

Le testimonianze dei vicini. «Non ci siamo accorti di nulla – dice Lucia Oggiano, che abita nella stessa palazzina – mio marito ha sentito un rumore di sedie che venivano spostate sul pavimento ma non avremmo mai immaginato che stessero rapinando il signor Zara. Io la sera vado ad aiutarli, so che non stanno bene, non hanno avuto figli e quindi ogni tanto dò loro una mano». Dal balcone di fronte Silvana Cosmino non nasconde la preoccupazione: «Ormai gli anziani in casa non possono più stare tranquilli. Sinceramente iniziamo ad avere paura».

I precedenti. È ancora troppo fresco il ricordo dell’omicidio di Piergianni Clemente, l’orologiaio di 78 anni ucciso il 28 settembre nel suo appartamento di viale Umberto. Gli investigatori, in un primo momento, avevano escluso l’ipotesi della rapina. Ma, attualmente, è una possibilità che resta ancora in piedi.

Ad agosto, invece, tre persone col volto coperto (che si erano nascoste sotto il letto della vittima) avevano brutalmente aggredito Tino Poddighe, titolare di un circolo in via Sorso, appena rientrato a casa. Pestato selvaggiamente, l’uomo era stato costretto a consegnare le chiavi della cassaforte e di una porticina che consente l’accesso al circolo privato. I rapinatori avevano portato via 6500 euro in contanti e oggetti d’oro. Poddighe era stato legato a una poltroncina con del nastro adesivo, con occhi e bocca coperti. Era riuscito a liberarsi dopo più di due ore da incubo.

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