La Nuova Sardegna

Sassari

A scuola gli ispettori del ministero

di Antonio Meloni
A scuola gli ispettori del ministero

Un’intera giornata al Dessì-Lamarmora per sentire i docenti e gli studenti dopo gli esposti contro la dirigente

22 novembre 2012
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SASSARI. La travagliata vertenza del Dessì-Lamarmora potrebbe essere alla svolta. Dopo una lunga stagione di proteste ed esposti, martedì mattina gli ispettori ministeriali hanno varcato la soglia della scuola di via Monte Grappa con l’intento di fare chiarezza sull’aspro confronto che dall’inizio dell’anno scolastico contrappone insegnanti, studenti e genitori alla dirigente Maria Antonietta Porcu. L’ispezione è durata circa otto ore durante le quali due funzionari hanno sentito docenti e studenti nell’ufficio di presidenza. Gli ispettori non hanno voluto ascoltare i rappresentanti dei genitori appena eletti scatenando le loro comprensibili proteste: «Abbiamo aspettato dalle 11 del mattino alle 7 di sera per sentirci dire che non facciamo parte della scuola, proprio noi che per primi avevamo segnalato il caso alle autorità».

I funzionari hanno verbalizzato le dichiarazioni di tutti e gli atti saranno ora trasmessi agli uffici. Sulla verifica, disposta dal ministero dell’Istruzione dopo gli esposti presentati da genitori e insegnanti, c’è il più stretto riserbo. Da ciò che trapela sembra che i docenti abbiano confermato la situazione descritta nell’esposto presentato alla fine di ottobre agli uffici centrali e periferici del ministero, al prefetto e alla procura della Repubblica, nel quale, contestualmente alla richiesta di apertura di indagine, descrivevano una situazione grave legata all’eccesso di rigore con cui, a loro dire, la preside dirigerebbe l’istituto. Una situazione delicata, resa ancora più difficile dalla difficoltà di comunicare con l’ufficio di presidenza anche per le questioni più spicce. Accuse pesanti, che ora dovranno essere vagliate e verificate con attenzione dagli ispettori inviati dal ministero.

Durante la verifica è stata ricostruita nel dettaglio anche la spinosa vicenda che ha portato alla chiusura della storica sede di piazza Marconi dove era in corso un progetto di gestione museale che, secondo i docenti, avrebbe potuto creare delle opportunità per gli studenti nel delicato percorso di alternanza scuola-lavoro. È emersa anche l’importanza del patrimonio custodito nelle sale dell’Istituto: più di 400 strumenti di fisica dell'Ottocento, una ricca sezione naturalistica e la biblioteca storica, oltre 3000 volumi, fra cui una copia originale, di indubbio valore, della Encyclopediè di Diderot datata 1770. Reperti che, dopo la chiusura, rischiano di essere miseramente coperti dalla polvere. Tutto descritto nero su bianco nei verbali redatti dagli ispettori a conclusione della lunga verifica. I primi squilli di rivolta si erano sentiti alla fine dello scorso anno scolastico (la professoressa Porcu non dirigeva ancora l’istituto ndc.) quando gli studenti erano scesi in piazza con striscioni e manifesti per difendere la “loro” scuola dalla paventata chiusura legata all’accorpamento con la nuova sede di via Monte Grappa. La questione era approdata anche sui banchi del consiglio provinciale e l’assemblea di piazza d’Italia, con un provvedimento bipartisan, si era espressa a favore del mantenimento della vecchia sede.

La situazione è precipitata nei mesi scorsi, con l’avvio del nuovo anno scolastico e con la decisione della preside Maria Antonietta Porcu, nominata dopo il pensionamento del predecessore, di chiudere la scuola. Da lì, un crescendo di vibrate proteste e manifestazioni concluse più volte con l’arrivo a scuola delle forze dell’ordine (l’ultimo caso è della settimana scorsa) e la conseguente decisione di docenti e genitori di rivolgersi alle autorità. E mentre si attende con ansia l’esito della verifica ministeriale, i rappresentanti dei genitori hanno annunciato, ieri, l’intenzione di presentare un esposto alla procura della Repubblica.

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