Si studia il film della rapina in gioielleria
SASSARI. Esame dei filmati registrati dalle telecamere e comparazione di alcune impronte rilevate. Oltre a una serie di attività mirate all’individuazione dell’auto sulla quale - secondo alcuni...
SASSARI. Esame dei filmati registrati dalle telecamere e comparazione di alcune impronte rilevate. Oltre a una serie di attività mirate all’individuazione dell’auto sulla quale - secondo alcuni testimoni - i banditi sono scappati subito dopo la rapina alla gioielleria Canu di viale Dante.
Gli investigatori della squadra mobile della questura stanno focalizzando l’attenzione sul materiale disponibile, anche se come spesso accade in questi casi l’identificazione dei rapinatori non è una impresa semplice. Pur disponendo di immagini significative, infatti, la polizia deve fare i conti con gli accorgimenti adottati dai banditi che hanno agito coprendo il volto con occhiali e sciarpe. La giornata di ieri è trascorsa senza sviluppi importanti, anche se le indagini si sono concentrate su alcuni particolari: le caratteristiche fisiche del rapinatore che ha minacciato la titolare della gioielleria con la pistola, il marcato accento sardo e l’atteggiamento del secondo bandito (anche il suo modo di camminare). Si stanno valutando riferimenti anche con altri episodi, mentre sembra escluso che la rapina dell’altra mattina possa avere legami con il colpo dell’agosto 2003 che aveva fruttato alla banda un bottino di circa 500mila euro.
Stavolta i rapinatori hanno portato via oggetti d’oro per un valore che è stato indicato al di sotto dei 50mila euro. I titolari della gioielleria ieri hanno espresso tutta la loro amarezza per un fatto che, in tempi di crisi e di gravi difficoltà, rischia di condizionare in maniera determinante la prosecuzione dell’attività. (g.b.)