La Nuova Sardegna

Sassari

Quadri falsi, nell’isola una truffa da 250mila euro

di Gianni Bazzoni
Quadri falsi, nell’isola una truffa da 250mila euro

Scoperta una organizzazione che riproduceva dipinti dei più famosi artisti sardi del Novecento: denunciate tre persone. L’indagine è partita dopo il sequestro di un quadro di Liliana Cano

01 dicembre 2012
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SASSARI. La firma di punta era quella di Giuseppe Biasi, senza dubbio il maggior pittore sardo del Novecento, artista di rilevanza internazionale. Poi c’erano quelle di altri autori isolani contemporanei come Liliana Cano, Libero Meledina, Antonio Corriga, Dino Fantini e Antonio Ballero: tutte false, come i quadri realizzati da un appassionato di storia dell’arte di Sassari, un professionista di 55 anni che è stato denunciato - insieme a due complici di Oristano - per ricettazione, frode in commercio e contraffazione di opere d’arte. Le indagini dei carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Sassari, con il coordinamento della procura della Repubblica di Oristano, sono ancora in pieno svolgimento per accertare la partecipazione anche di altre persone. Le opere pittoriche false sequestrate sono 54 (c’è anche parte di una pala di altare raffigurante la Madonna con il bambino) e una volta piazzate sul mercato avrebbero fruttato circa 250mila euro.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati, ieri mattina, nella pinacoteca Mus’A, in piazza Santa Caterina, dal capitano Paolo Montorsi, comandante dei carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale, alla presenza del soprintendente per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropoligici, Francesca Casule, e della storica dell’arte Maria Paola Dettori. L’indagine è cominciata nel mese di luglio del 2011, quando i carabinieri hanno scoperto in un sito web un dipinto della pittrice sassarese Liliana Cano (oggi ottantenne): un vaso di fiori, di quelli che l’autrice ha prodotto negli anni Sessanta, offerto a un prezzo molto basso. «Abbiamo chiesto l’autorizzazione al magistrato per sviluppare l’attività e sequestrare il quadro – ha detto il capitano Montorsi – e così l’autrice lo ha potuto esaminare e lo ha riconosciuto, senza alcun dubbio, come non autentico». A quel punto, nell’evoluzione delle indagini, sono stati identificati tre insopspettabili professionisti - due a Oristano e uno a Sassari, con qualche precedente specifico – protagonisti della ingegnosa operazione. I falsi venivano prodotti a Sassari: a casa della persona denunciata sono state scoperte delle prove d’autore degli artisti più conosciuti, che venivano utilizzate per produrre delle copie. Le opere non autentiche sono state sequestrate in abitazioni diverse, a Sassari e Oristano (un nudo di Fantini era presente, identico, nei due centri).

Pare che il sistema fosse ben avviato, anche se la storica dell’arte Maria Paola Dettori ha spiegato che «la qualità dei dipinti è molto lontana dagli originali. Il quadro di Biasi (dove è rappresentato il cavallo con delle persone attorno), che dovrebbe avere il valore maggiore sul mercato, andrebbe riferito agli anni Trenta, ma la tela è nuova, non può certo risalire a ottanta anni fa».

L’esperta che ha studiato le opere sequestrate dai carabinieri, ha sottolineato che «il tipo di pittura è sempre simile, così pure le cromie: la mano è la stessa ma non è certo quella degli autori».

Il soprintendente Francesca Casule ha rimarcato l’importanza della collaborazione con i carabinieri del nucleo Tutela, con i quali sono in corso diverse attività. Le indagini, intanto, proseguono e riguardano alcuni ambiti specifici (considerato che due dei denunciati hanno esperienza nel campo dell’antiquariato e delle cornici d’epoca). Il capitano Montorsi ha formulato alcuni consigli per gli appassionati di opere d’arte: «Chi acquista si faccia sempre rilasciare il certificato di autenticità e di provenienza del dipinto. E paghi in maniera da lasciare tracciabilità, mai in contanti».

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