“Le mucche di maggio” di Ligios
di Paolo Curreli
In mostra a Sassari, immagini solo apparentemente semplici per rimettersi in gioco
07 dicembre 2012
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SASSARI. Al Lem – laboratorio di estetica moderna – è in corso una personale di Salvatore Ligios “Le mucche di maggio”. Sono 23 fotografie che non tradiscono lo spirito bucolico del titolo. Ma come fa notare Sonia Borsato nel testo che presenta la mostra, il fotografo «si diletta in verdi passeggiate, solo apparentemente ingenue».
Lo spazio della galleria è coperto da un fitto tappeto di foglie di ulivo che restituiscono gli odori di una camminata in autunno. Le immagini sono presentate in piccolo formato, sfuggendo all’idea del monumentale, e prediligendo la concentrazione sul particolare.
Certamente Ligios conosce bene le tecniche, è un raffinato fotografo che ha già pubblicato, tra le altre cose, straordinarie immagini di natura. Ma in questo caso, l’utilizzo di uno strumento “minimale” come il telefonino, pone la fotografia – intesa come tecnica – un passo indietro all’esperienza personale del vedere.
Le brumose stradine, i piccoli fiori di prato sono cose su cui si posa lo sguardo, con la velocità e il “difetto” del vedere. Il soggetto si è liberato. È ridiventato un particolare guardato. I cavalletti, le ottiche, le luci che si percepiscono presenti nella fotografia virtuosistica, non ci sono. L’immediato riposiziona la fotografia nell’ambito della registrazione dell’esperienza, del tempo non più ripetibile . Ligios – motore di quella straordinaria esperienza che è stata il museo “Su Palattu” di Villanova Monteleone – ha il coraggio di «rimettere in gioco il senso stesso di fare fotografia», come dice sempre la Borsato nella presentazione.
La mostra è aperta fino al 20 gennaio, dal martedì al sabato, dalle 18 alle 20 in via Napoli 8.
