L’Imu gela il mattone, prezzi in caduta nell’isola
Proprietari spaventati, corsa alle vendite ma pochi acquisti. Gli immobiliaristi: colpo di grazia in una situazione già critica
SASSARI. Sboom da Imu. Case ancora più sottocosto rispetto ai prezzi di qualche mese fa. Ma gli acquisti restano pochi. E i mutui crollano del 41-42%. Con conseguenze immediate: vendite in calo dappertutto, perfino nei punti più pregiati delle coste. «L’ultima rata dell’Imu sta dando il colpo di grazia al mercato sardo: la gente fa due conti e comincia a pensare che investire nel mattone non sia più conveniente», lanciano l’allarme proprietari, agenti immobiliari, operatori turistici e addetti all’edilizia, settore che mese dopo mese non cessa di perdere forza-lavoro. È un coro di preoccupazioni, proteste, denunce. Tra mille tensioni.
Molti avvisi ai naviganti, in queste acque tempestose, li aveva già trasmessi Tecnocasa con i suoi rapporti semestrali. Ora a manifestare timori sono parecchi altri. Dice Giovanni Ninniri, past president regionale della Fiaip: «Eravamo già allo stremo perché l’Imu aveva inciso. Ma quest’imposta non è che la goccia capace di far traboccare il vaso di una situazione resa difficilissima dal calo del 10-20% dei canoni d’affitto, spese di manutenzioni alle stelle, altre uscite ordinarie e straordinarie». «Alle solite considerazioni se ne aggiungono due non meno rilevanti – prosegue il rappresentante della Federazione degli agenti immobiliari professionali – La prima è che non esiste più una certezza nelle imposte: le aliquote Imu iniziali hanno raggiunto una certa entità, le successive sono cambiate e in genere aumentate, quindi sono parecchi a domandarsi che cosa succederà nei prossimi anni senza però trovare risposte sicure. Nel frattempo persino gli uffici tecnici comunali faticano ad aiutare i privati con i conteggi per via di ostacoli interpretativi». «La seconda argomentazione – incalza – è che, a causa della crisi internazionale che non accenna a mitigarsi, non è più detto che la casa un domani mantenga o aumenti il proprio valore».
Ovunque nell’isola si assiste così al paradosso di migliaia di potenziali acquirenti che non comprano perché non ce la fanno con i risparmi messi da parte o perché le banche non li aiutano abbastanza. E, allo stesso tempo, si scorgono centinaia di venditori virtuali, in genere molto restii ad abbassare comunque i prezzi, che invece non riescono a piazzare i loro beni sul mercato neppure tra gli investitori istituzionali o tra i pochi che continuano ad avere importanti riserve e cercano l’”affare”. In questi mesi vanno deserte, dopo tutti i ribassi consentiti, perfino tante aste giudiziarie. E alla fine a comprare sono soltanto società satellite degli istituti di credito. «E se a tutto questo si aggiunge che con la fine dell’anno, oltre alle tasse, vanno pagati i ratei periodici di mutui e prestiti, il clima da strisciante economia bellica si apprezza in tutta la sua gravità», si affannano a spiegare altri analisti.
A ben vedere, è un giro quasi perverso di demotivazioni, oneri e disincentivi. «Ma in realtà i cali nel numero delle compravendite e la diminuzione dei prezzi dipendono in parte dall’Imu – sostiene Maurizio Matera, della Kronos di Sassari – A voler cedere le case, spesso seconde residenze, sono persone che hanno bisogno di soldi per mandare fuori i figli a studiare, che non vogliono più sostenere costi di manutenzione, che hanno problemi di salute o che semplicemente vogliono investire altrove. Così oggi il fenomeno interessa più i privati che i costruttori, dato che poi proprio gli impresari sono quelli più pronti ad abbassare i prezzi». «Il discorso di fondo è tuttavia un altro – conclude l’immobiliarista – Molti in Sardegna non hanno ancora capito che non stiamo solo attraversando un periodo difficile: siamo di fronte a una nuova era finanziaria».
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