La Nuova Sardegna

Sassari

Sfrattati 4 allevatori e le loro 273 mucche dai pascoli abusivi

di Chiaramaria Pinna
Sfrattati 4 allevatori e le loro 273 mucche dai pascoli abusivi

Bonorva, sessanta uomini delle forze dell’ordine e del corpo Forestale liberano i 700 ettari del parco Mariani - VIDEO

19 dicembre 2012
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BONORVA. Quest’anno il Gesù Bambino del presepe di Bonorva sarà riscaldato dal fiato di 273 mucche. Per l’esattezza mucche da latte e vitelli da carne. Tutto bestiame sequestrato a quattro allevatori delle famiglie Pittalis-Pinna di Orotelli che dal 2009, e per un solo anno, avrebbero dovuto pascolare su un terreno di proprietà del Comune. Ma quando il contratto è scaduto, mentre gli altri affittuari lasciavano libero il campo, i balentes hanno deciso di restare e di espandersi sui settecento ettari di erbai, roverelle, sugherete, prati. Un patrimonio inestimabile della tenuta Mariani, un tempo riserva di caccia dei Savoia. In barba ai contratti, quindi, i magnifici quattro hanno deciso di applicare la legge del Far west.

Credevano che il gioco fosse facile, del resto loro sono proprietari di un appezzamento di 100 ettari confinanti, e quindi, perché non approfittare del colpo di fortuna visto che «ignoti» avevano addirittura strappato e fatto sparire le recinzioni per lasciar ingrassare liberi i loro animali ora che tutti gli altri si erano levati di torno? Ma il loro ragionamento, forse valido in altri pascoli, è piaciuto assai poco al sindaco, alla giunta, e alla popolazione che ha nelle sue tradizioni il rispetto della legalità e un forte senso della giustizia. Due scuole di pensiero che non possono incontrarsi, tant’è, che il giorno in cui al sindaco Giammario Senes sono state recapitate a casa due pallottole, il 26 luglio scorso, la rezione dell’amministratore è stata quella di avvolgere il vessillo del paese e la bandiera italiana e trasferire il suo ufficio nella tenuta Mariani. «Non sono disposto a farmi intimidire da nessuno», ha ribadito subito dopo aver partecipato a liberare il terreno dell’ultimo capo di bestiame. Operazione alla quale ha partecipato anche l’avvocato Loredana Martinez, una Calamity Jane del codice amministrativo che con la sua determinazione è riuscita a concludere l’operazione sostenuta dalla prefettura, dal questore Antonello Pagliei e dai 60 uomini delle forze dell’ordine e del corpo forestale dopo che i tre giudici della sezione agraria del tribunale di Sassari avevano disposto l’immediato rilascio di Mariani da parte degli allevatori che hanno snobbato la notifica.

Così lo Stato «facendo una scelta di civiltà», come ha sottolineato il sindaco, ha messo in moto la macchina della legalità e i sessanta uomini, a piedi e a cavallo, mentre un elicottero sorvolava sui settecento ettari di terreno, hanno raccolto il bestiame mentre i loro proprietari forse seguivano l’operazione da dietro un macchione. «Sembra la caccia a un latitante», ha commentato qualcuno ai bordi della tenuta. Ora le mandrie, valore approssimativo di 200mila euro, sono custodite in un terreno comunale. Saranno restituite ai Pittalis-Pinna appena pagheranno gli arretrati (12mila euro annui per 180 ettari più il resto) e sappiano che l’avvocato Martinez è già pronta a ingaggiare una nuova battaglia perché «non avranno scampo», dice assicurando che Bonorva recupererà tutto quanto è dovuto fino all’ultimo centesimo di interessi. Dal canto loro gli allevatori sfrattati, pur applicando la legge del West, hanno ricorso contro la sentenza appellandosi alla legge italiana.

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