La Nuova Sardegna

Sassari

Natale della Brigata: vicino a chi soffre

di Pier Luigi Piredda
Natale della Brigata: vicino a chi soffre

Numerose le iniziative di solidarietà sostenute dal comando. Nel 2013 i sassarini impegnati a Roma per “Strade sicure”

24 dicembre 2012
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SASSARI. Quanto è lontano l’Afghanistan. Herat, Farah, Bakwa, Shindand, Bala Murghab ora sono solo puntini neri su una cartina geografica, ma quante storie potrebbero raccontare. Quei puntini sono città di un paese poverissimo, stremato da una guerra senza fine, devastato da una violenza che non riesce a placarsi. Sotto le tende e negli avamposti in quelle steppe desertiche e innevate quante lacrime sono state versate un anno fa ricordando i parenti lontani, ma quanti sorrisi sono anche stati regalati e ricambiati durante quei sei lunghi mesi di missione della Brigata Sassari. Valori e momenti che resteranno per sempre impressi nella memoria di chi quest’anno il Natale lo trascorrerà tra gli affetti più cari. Ma nessuno dei 1200 “sassarini” che l’anno scorso in questo periodo erano in Afghanistan potrà fare a meno di ricordare quei giorni: l’albero di Natale nel piazzale di Camp Arena, a Herat o tra la sabbia di Farah o la neve di Bala Murghab, i presepi nelle tende. La messa della notte di Natale cantando con la voce rotta dall’emozione pensando ai figli, alle mogli, alle fidanzate, ai genitori lontani. E poi i regali ai bambini afghani con gli occhi che s’illuminavano come le stelle del meraviglioso cielo afghano. Regali veri: scarpe, maglioni, giacconi, viveri e anche qualche giocattolo. .

Il Natale a casa ha un sapore dolce, anche se un pensiero a chi è laggiù non potrà certo mancare e chissà a quanti di quei soldati con le facce da duri, in mimetica, elmetto e giubbotto antiproiettile, scenderà una lacrima, ricordando.

«Soldati eccezionali, i miei sassarini», aveva detto alla fine della missione in Afghanistan l’allora comandante della Brigata, generale Luciano Portolano. «Soldati eccezionali», ha confermato l’attuale comandante della Sassari, generale Manlio Scopigno, arrivato a settembre e già pienamente integrato nella realtà di un reggimento fortemente identitario. Ha capito immediatamente quanto sia forte il legame tra la Brigata e i sardi e l’ha trasformato in un valore.

«In Sardegna è facile trovare collaborazione quando si pronuncia Brigata Sassari – ha spiegato il generale Scopigno, che ha dedicato questi primi tre mesi di comando alla conoscenza dei suoi soldati e del territorio –. Le porte si spalancano e tutto diventa più facile, per questo motivo abbiamo dedicato al sociale questo Natale in patria. Ci siamo messi a disposizione di chi è in difficoltà, di chi soffre: sempre in prima linea oggi come nella prima guerra mondiale, nelle Trincee del Carso, dove i sardi si erano coperti di gloria scrivendo pagine eroiche della storia d’Italia. Abbiamo partecipato alla colletta alimentare, a iniziative per aiutare le Suore poverelle e la Casa di accoglienza di Sassari, per gli orfanelli e i bambini poveri e poi tanta solidarietà con i calendari delle stiliste di Porto Torres e della nostra Banda musicale.

«La Brigata c’è sempre – ha sottolineato il comandante, che ha partecipato al precetto natalizio con la Madonnina di Buoncammino, patrona dei Viandanti e venerata dalla Sassari, ma è anche andato a portare conforto ai familiari di tutti i caduti sardi e ai funerali di due sassarini morti di recente –. Ho potuto constatare quanto sia forte l’attaccamento alla “Brigata”, punto di riferimento e sostegno morale per le famiglie ma anche motivo d’orgoglio per i nostri ragazzi. Soldati motivatissimi e dotati di elevata professionalità con i quali andrei ovunque nel mondo». Dopo alcuni mesi di missione nel sud Italia nell’ambito dell’operazione «Strade sicure», dall’inizio del 2013 i sassarini saranno chiamati a operare a Roma. «È una grande soddisfazione – ha spiegato il generale Scopigno –, che conferma il riguardo che lo Stato maggiore dell’Esercito ha per la Brigata Sassari. Nel frattempo, porteremo avanti l’attività di preparazione per tenere sempre elevati i nostri standard di professionalità e farci trovare pronti in qualsiasi momento per svolgere missioni particolarmente delicate. Nell’ambito di quest’attività – ha concluso il comandante – spero di riuscire a realizzare un sogno: organizzare in Sardegna un’esercitazione che coinvolga tutte le associazioni e le ong di volontariato come se stessimo operando in uno dei teatri in cui veniamo impegnati all’estero».

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