La Nuova Sardegna

Sassari

Per l’Asl è disabile ma non per l’Inps che le nega l’assegno

di Giuseppe Pulina
Per l’Asl è disabile ma non per l’Inps che le nega l’assegno

Surreale disavventura di una insegnante malata di cancro: un medico sconfessa commissione composta da sei colleghi

24 dicembre 2012
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SASSARI. La sua invalidità totale è stata riconosciuta da una commissione collegiale della Asl costituita da medici che, dopo pochi giorni, sono stati indirettamente sconfessati da un collega dell’Inps. Il medico dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale, chiamato a riconoscere il diritto di una invalida alla pensione di accompagnamento, ha infatti risposto picche a una insegnante. È successo a una sessantenne di Perfugas che ha deciso di denunciare questa surreale storia di una burocrazia che contraddice se stessa.

La protagonista della vicenda combatte da diversi mesi con un carcinoma maligno che le ha cambiato la vita, costringendola ad interrompere il lavoro che ama e a dedicarsi totalmente alle pesanti terapie che le sono state prescritte. Ma la donna deve anche combattere contro tante difficoltà pratiche e con questioni burocratiche che questa volta anche hanno a che fare soprattutto con il buon senso.

Maria (non è il suo vero nome) ha quasi sessant’anni, vive a Perfugas e fa l’insegnante. La vita che conduce non è più quella che era solita vivere tra famiglia e lavoro. Non lo è più da quando le è stato diagnosticato un tumore alle tube. Subito dopo il ricovero, è stata avviata la pratica per il riconoscimento dell’invalidità. I medici dell’Asl che l’hanno visitata hanno riconosciuto all’insegnante il 100 per cento d’invalidità, con durata annuale e con possibili proroghe, ai fini dei benefici della legge 104.

Per fare richiesta dell’assegno d’accompagnamento la donna è stata convocata, come vuole la prassi, dall’Inps. E qui i problemi si sono incredibilmente aggrovigliati e moltiplicati. «È accaduto –racconta la sessantenne – che mi sono presentata all’appuntamento. Dopo una confusione di nomi (al posto del mio ne risultava un altro), ho scoperto che non si trovava la mia cartella clinica. Per fortuna, avevo la mia documentazione che ho potuto presentare alla commissione». Tutto qui? Ovviamente no, perché allo sviluppo un po’ imbarazzante degli accertamenti di rito (con domande sulla professione, sullo stato della malattia e altro), ha fatto seguito pochi giorni fa l’inattesa notizia che l’Inps non ha concesso l’assegno. Il medico che la visitava avrebbe anche esortato la paziente a tornare a lavorare. Cosa che, ovviamente, Maria spera ardentemente di poter fare. «Mi rendo conto che il mio non è un caso unico, perché so bene che di simili ce ne sono purtroppo tanti, e anche di più gravi– dichiara l’insegnante perfughese – , ma quello che non capisco è come possa un solo medico (in questo caso, dell’Inps) contraddire il responso di una commissione di sei suoi colleghi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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