La Nuova Sardegna

Sassari

Cappellacci: «Poste Italiane ci ripensi»

di Nadia Cossu
Cappellacci: «Poste Italiane ci ripensi»

Chiusura dell’ufficio di Palmadula, la politica si schiera con la Nurra. Il governatore: un servizio essenziale nelle periferie

09 gennaio 2013
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SASSARI. Dopo le proteste, il grido d’allarme, gli striscioni, i giorni di festa trascorsi in strada e la marcia silenziosa da una borgata all’altra per far sentire la propria voce, la politica scende in campo con forza e si schiera con gli abitanti della Nurra. I residenti di Palmadula e dintorni ormai da settimane chiedono a Poste Italiane di rivedere la decisione di chiudere l’ufficio postale per trasferirlo a Campanedda. Richiesta rimasta inascoltata nonostante la comunità della Nurra abbia fatto il possibile per far comprendere la necessità e l’importanza di avere quel servizio vicino a casa. Molti sono pensionati che non hanno la possibilità di fare cinquanta chilometri per ritirare la pensione e sbrigare la più piccola delle pratiche.

Ieri il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha inviato una lettera all’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi nella quale ha manifestato «la forte preoccupazione dell’amministrazione regionale per le possibili conseguenze del processo di razionalizzazione del modello distributivo delle presenze di Poste italiane in Sardegna. Contiamo – ha scritto Cappellacci – sulla sua attenzione e sensibilità al fine di individuare, anche con la cooperazione delle istituzioni locali, possibili percorsi alternativi». Non entra specificamente nel merito di Palmadula ma il riferimento è chiaro, anche perché arriva all’indomani dell’interrogazione di Luigi Lotto (Pd) e dell’interpellanza del gruppo del Psd’Az con in testa Giacomo Sanna e degli altri consiglieri regionali del territorio Salvatore Amadu, Nanni Campus, Daniele Cocco, Gavino Manca, Valerio Meloni, Antonello Peru e Efisio Planetta.

«Se, da un lato – continua Cappellacci – queste scelte appaiono comprensibili in ragione del contenimento della spesa e dei costi, specialmente in un momento di grave crisi per il nostro Paese, dall’altro lato non deve essere sottovalutato il fatto che gli uffici postali erogano servizi che, nella nostra realtà isolana, appaiono essenziali specialmente per alcune comunità appartenenti a contesti geografici periferici, spesso molto distanti dai maggiori centri urbani». È ad esempio il caso delle borgate. «A questo proposito – sottolinea il governatore – diverse comunità locali della nostra regione stanno già manifestando la loro preoccupazione e il forte disagio per le ipotizzate chiusure, mobilitandosi, insieme alle istituzioni del posto, per trovare soluzioni alternative. In questo specifico momento – conclude Cappellacci, sollecitando un intervento da parte dell’amministratore delegato di Poste Italiane – così delicato per la nostra isola, con le difficoltà non risolte per il diritto a un benessere sociale diffuso e un equilibrato sviluppo del territorio, occorre evitare che si aggravi ulteriormente il malessere delle nostre comunità». Sono di ieri l’interrogazione di Lotto al presidente della giunta regionale per sapere «quali passi intenda effettuare per sostenere l’azione del sindaco di Sassari e degli abitanti della borgata della Nurra per indurre la direzione nazionale di Poste italiane a desistere dai propositi di chiudere gli uffici di Palmadula. E quali passi sono stati compiuti per includere nell’elenco delle aree svantaggiate anche i terreni agrari di Sassari che rappresentano una delle più ampie e importanti, ma non certo ricche, zone agricole della Sardegna».

Il gruppo del Psd’Az e gli altri consiglieri del territorio hanno presentato un’interpellanza perché si arrivi a sapere quali sono «i motivi che hanno portato al trasferimento dell’ufficio postale di Palmadula a Campanedda e siano intraprese al più presto tutte le azioni necessarie per scongiurare la chiusura del servizio nella borgata di Palmadula».

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