La Nuova Sardegna

Sassari

Denaro e droga scatenano le risse

di Gianni Bazzoni
Denaro e droga scatenano le risse

Allarme dopo l’accoltellamento del giovane davanti all’Emiciclo Garibaldi: il fenomeno delle bande che si affrontano

29 gennaio 2013
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SASSARI. Il denaro alla base delle liti. E in molti casi la droga, perchè per divertirsi e fare esperienze di un certo tipo servono i soldi. Per i ragazzi - in larga parte studenti, ma anche da qualche anno ormai fuori dalle scuole e da ogni controllo da parte delle istituzioni e delle famiglie - il denaro facile è un elemento fondamentale, tanto che gran parte delle cose fatte (a cominciare dai furti e dallo spaccio) vengono collegate a quella funzione.

L’accoltellamento dell’altra sera, davanti all’Emiciclo Garibaldi, è solo l’ultimo campanello d’allarme, peccato che i precedenti siano stati ampiamente sottovalutati e la gestione delle emergenze sia stata quasi totalmente delegata alle forze dell’ordine. Arresti e denunce di giovanissimi hanno solo dato una dimensione reale di ciò che sta succedendo negli ambienti giovanili e in zone specifiche della città. Quella compresa tra i giardini pubblici di via Tavolara e l’Emiciclo Garibaldi è un’area a rischio, si sa da tempo. Gli episodi di violenza non si contano, spesso nascosti per evitare che facciano statistica. E sabato sera c’è mancato poco, davvero molto poco, che l’ennesima lite tra giovanissimi potesse finire in tragedia. Se Elios Serra, 22 anni, non avesse parato con il braccio quel fendente sferrato dal rivale, il coltello avrebbe potuto raggiungerlo in un’altra parte del corpo e provocare lesioni gravi. E’ andata bene: il braccio sinistro segnato dalla lama, quattro o cinque ragazzini in fuga e i carabinieri impegnati a ricostruire una vicenda che potrebbe non essere finita lì. I testimoni sentiti dagli investigatori, compreso il ragazzo ferito, non hanno certo fornito contributi utili per dare una impostazione decisiva alle indagini, anche se qualche elemento interessante pare sia arrivato dalle immagini delle telecamere della zona.

Il ragazzo ferito era stato arrestato agli inizi di gennaio perchè sorpreso, insieme a un complice, a rubare in una tabaccheria. E dai controlli era emerso che lui e l’amico erano i custodi di gran parte della refurtiva portata via dal Dinamo Store. Abbigliamento sportivo, qualche maglia da collezione, tutto sistemato negli scatoloni. Ricettatori, custodi incaricati o autori del colpo? Quella indagine è ancora aperta (c’è anche l problema dell’incasso sparito, 50mila euro), ma una cosa ha fatto emergere: i giovanissimi sono coinvolti nelle storie di criminalità che si stanno sviluppando in città negli ultimi mesi. E quando arrivano a scontrarsi tra loro vuol dire che i conti non tornano, che qualcosa - in quel clima di concorrenza senza regole - non è andata per il verso giusto. Il lavoro dei carabinieri è entrato in una fase molto delicata, e forse richiede una operazione multidisciplinare, con il coinvolgimento di strutture che si occupano di problemi dei giovani e criminalità minorile. Le bande sono formate da elementi che vanno dai 16 ai 25 anni, e i più grandi sono quelli che trascinano. Ci sono relazioni che denunciano difficoltà, situazione di disagio, pericoli e rischi, e famiglie che scoprono solo all’ultimo momento il dramma dei figli. Altre che, invece, hanno abbandonato il campo, lasciando i ragazzi a giocare un ruolo da protagonisti senza senso.

E’ allarme vero, segnalato più volte anche dalle forze dell’ordine in occasione di bilanci intermedi e di fine anno. C’è un ragazzo vivo per miracolo, una violenza minorile che occupa spazi nel centro della città e non in periferia. Sotto gli occhi di tutti.

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