Elezioni, la politica sarda non conquista il web
Corsa all’iscrizione sui social ma pochi li sanno davvero usare. L’analista della rete: i politici usano i social network in maniera grezza. Ma attenzione, molti follower non vuole dire voti
SASSARI. A livello nazionale spopolano i #pdbrothers e la #propostasciocc, gli “influencer” si affrontano a suon di cinguettii e una dichiarazione su facebook vale più che l’Ansa. In Sardegna si aggiornicchiano i vecchi siti web, la maggior parte si è iscritto a twitter la settimana scorsa e anche trovare la semplice lista dei candidati con una “googolata” è una vera impresa. E così l’isola, che sulla rete è sempre stata all’avanguardia, deve fare i conti con una campagna elettorale più 1.0 che mai.
Centrosinistra. Il Pd la pagina facebook ce l’ha, ed è anche frequentata. Non molto controllata però, visto che i post più freschi sono quelli condivisi degli amici (un po' più di duemila), e rimangono a lungo (e senza replica) anche quelli non proprio amichevoli. Trovare l'elenco dei candidati nel sito (che in home ha post vecchi anche di tre mesi) è impresa impossibile. E su twitter campeggiano 24 follower e solo otto post. I cugini di Sel in "zona Zuckerberg" vanno meglio (4mila amici), se non altro perché il profilo è aggiornato. E rimanda a un sito dove con due passaggi si arriva ai candidati, con bio, interventi, link ai blog personali. E addirittura un canale video dedicato. Al momento di cinguettare pero i follower scendono a 108.
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Centrodestra. Sempre meglio del Pdl sardo che, nonostante l’arrembaggio alla rete di Berlusconi, un sito internet non ce l'ha proprio, su twitter è sbarcato solo da una settimana e cinguetta davvero pochino. E, forse anche per questo, non va oltre 60 sostenitori. Non pervenuti a una prima ricerca (la stessa che fa la maggior parte degli utenti) i Fratelli d’Italia di Meloni e Crosetto.
Scelta Civica. Un po’ di più i twitteri sardi del Professor Monti (in rapida crescita) che sono 126. Con i “civici” che danno il meglio di loro sul cugino facebook (un migliaio di “mi piace” e “fan page” molto aggiornata) e soprattutto (complice il guru di Obama?) fanno capolino su ask, una rete sociale basata su domanda-risposta, lanciata nel 2010 ma completamente sconosciuta ai politici italiani. Rispondono a tutti, ma le domande arrivate sono solo nove.
Gli altri. Gli ingroiani sardi non vale la pena di cercarli (ultimo post su facebook il 14 gennaio e meno di 100 “mi piace”, zero twitter, zero sito). E anche i maghi della rete di Grillo deludono un po’: i più organizzati sono gli algheresi con oltre 2mila amici su facebook, seguiti a ruota dai "figli del Grillo" di Sassari (700 amici), il sito migliore è quello dei 5 Stelle Cagliari, ma per vedere movimento davvero bisogna andare nel blog nazionale di Grillo e Casaleggio. Da segnalare la piccola Base che, nonostante la grafica minimale, ha blog e quotidiano on-line.
Assalto rinviato. Insomma, l'assalto a rete e social in Sardegna non c'è stato. E la campagna elettorale, complice anche il Porcellum, è più che mai 1.0. Nessuna sorpresa sia chiaro. Visto che anche a livello nazionale internet è una scoperta recente. E il concetto di social è raramente compreso.
L’esperta. Eppure: «Twitter è l'imprescindibile arena di questa campagna elettorale, che sia sponda del dibattito televisivo, megafono di quotidiani, o pulpito da cui leader e parlamentari esprimono la propria opinione». Parola di Cybion (www.cybion.it), azienda italiana che dal 1995 supporta le aziende e le istituzioni pubbliche nelle attività di monitoraggio web, di analisi e gestione della reputazione online. E che è impegnato in un minuzioso monitoraggio della campagna 2013. «I politici usano i social in maniera grezza _ spiega Elisa Angelici, analista di Cybion _ ma comunque efficace. Twitter ad esempio è diventato una sorta di agenzia di stampa autogestita per raggiungere i media tradizionali senza intermediari. Quanto questo però poi finisca per muovere consensi reali non lo possiamo valutare. Probabilmente pagherebbe di più un approccio più social. In cui si dialoga uno a uno. Magari con meno riscontri immediati ma con una interazione più profonda. E poi serve essere reali. E non avere lo staff che risponde. Cosa su cui ad esempio si critica Monti, che ha dietro il guru della comunicazione di Obama, ma quando poi scrive "wow"su twitter è davvero poco rispondente all'immagine che la gente ha di lui».
Sulla notizia. Reali insomma, e sulla notizia: «Twitter ad esempio si “agita” improvviso su un tema, un evento – continua l’analista di Cybion – e bisogna essere rapidi a cogliere l’attimo. O abbastanza influenti da crearlo. Per farlo bastano persone presenti e che conoscano il mezzo. Ad esempio monitorando i siti sardi abbiamo trovato un ottimo esempio di come usare pinterest (un altro social molto in voga ndr) a Cagliari, nella pagina del Pd cittadino. E ci sono altri piccoli esempi di ottima comunicazione».
Social pieni urne vuote. Comunicazione da prendere comunque con le pinze: «La misurazione della popolarità dei singoli candidati sui social – chiude l’esperta – si è dimostrata uno specchio poco realistico di quel che accade nella realtà, più che mai a livello locale. Il raggiungimento di un elevato numero di follower non è da solo misura del successo di una strategia comunicativa né paragonabile a un’intenzione di voto. Per quello noi più cerchiamo di andare oltre il semplice approccio quantitativo e preferiamo mappare il dibattito e profilare politici e utenti durante le loro interazioni».
Occhio al tweet. Stando attenti che il tutto non sfugga di mano. A saperli usare twitter, facebook, istangram e pinterest, ask e vine possono aiutare. Ma non bisogna mai dimenticate che la propria home o tweet-line sono tutt'altro che luoghi privati. Bene lo sanno il portavoce del Pdl in consiglio regionale, finito nella bufera (unico evento sardo “catturato” dalla ricerca su social e elezioni Italia2013.me) per un commentaccio su Vendola rilanciato dalle agenzie. O il coordinatore della segreteria regionale di Silvio Lai. Che per una battuta un po' pesante su twitter contro Capellacci ha dovuto chiedere scusa a governatore e malati ricoverati in un ospedale di Cagliari. Meglio rimanere un po’ 1.0 insomma. Almeno fino a quando non si è imparato.
@giovanni_bua
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