La Nuova Sardegna

Sassari

Elezioni, la politica sarda non conquista il web

di Giovanni Bua
Elezioni, la politica sarda non conquista il web

Corsa all’iscrizione sui social ma pochi li sanno davvero usare. L’analista della rete: i politici usano i social network in maniera grezza. Ma attenzione, molti follower non vuole dire voti

04 febbraio 2013
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SASSARI. A livello nazionale spopolano i #pdbrothers e la #propostasciocc, gli “influencer” si affrontano a suon di cinguettii e una dichiarazione su facebook vale più che l’Ansa. In Sardegna si aggiornicchiano i vecchi siti web, la maggior parte si è iscritto a twitter la settimana scorsa e anche trovare la semplice lista dei candidati con una “googolata” è una vera impresa. E così l’isola, che sulla rete è sempre stata all’avanguardia, deve fare i conti con una campagna elettorale più 1.0 che mai.

Centrosinistra. Il Pd la pagina facebook ce l’ha, ed è anche frequentata. Non molto controllata però, visto che i post più freschi sono quelli condivisi degli amici (un po' più di duemila), e rimangono a lungo (e senza replica) anche quelli non proprio amichevoli. Trovare l'elenco dei candidati nel sito (che in home ha post vecchi anche di tre mesi) è impresa impossibile. E su twitter campeggiano 24 follower e solo otto post. I cugini di Sel in "zona Zuckerberg" vanno meglio (4mila amici), se non altro perché il profilo è aggiornato. E rimanda a un sito dove con due passaggi si arriva ai candidati, con bio, interventi, link ai blog personali. E addirittura un canale video dedicato. Al momento di cinguettare pero i follower scendono a 108.

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Centrodestra. Sempre meglio del Pdl sardo che, nonostante l’arrembaggio alla rete di Berlusconi, un sito internet non ce l'ha proprio, su twitter è sbarcato solo da una settimana e cinguetta davvero pochino. E, forse anche per questo, non va oltre 60 sostenitori. Non pervenuti a una prima ricerca (la stessa che fa la maggior parte degli utenti) i Fratelli d’Italia di Meloni e Crosetto.

Scelta Civica. Un po’ di più i twitteri sardi del Professor Monti (in rapida crescita) che sono 126. Con i “civici” che danno il meglio di loro sul cugino facebook (un migliaio di “mi piace” e “fan page” molto aggiornata) e soprattutto (complice il guru di Obama?) fanno capolino su ask, una rete sociale basata su domanda-risposta, lanciata nel 2010 ma completamente sconosciuta ai politici italiani. Rispondono a tutti, ma le domande arrivate sono solo nove.

Gli altri. Gli ingroiani sardi non vale la pena di cercarli (ultimo post su facebook il 14 gennaio e meno di 100 “mi piace”, zero twitter, zero sito). E anche i maghi della rete di Grillo deludono un po’: i più organizzati sono gli algheresi con oltre 2mila amici su facebook, seguiti a ruota dai "figli del Grillo" di Sassari (700 amici), il sito migliore è quello dei 5 Stelle Cagliari, ma per vedere movimento davvero bisogna andare nel blog nazionale di Grillo e Casaleggio. Da segnalare la piccola Base che, nonostante la grafica minimale, ha blog e quotidiano on-line.

Assalto rinviato. Insomma, l'assalto a rete e social in Sardegna non c'è stato. E la campagna elettorale, complice anche il Porcellum, è più che mai 1.0. Nessuna sorpresa sia chiaro. Visto che anche a livello nazionale internet è una scoperta recente. E il concetto di social è raramente compreso.

L’esperta. Eppure: «Twitter è l'imprescindibile arena di questa campagna elettorale, che sia sponda del dibattito televisivo, megafono di quotidiani, o pulpito da cui leader e parlamentari esprimono la propria opinione». Parola di Cybion (www.cybion.it), azienda italiana che dal 1995 supporta le aziende e le istituzioni pubbliche nelle attività di monitoraggio web, di analisi e gestione della reputazione online. E che è impegnato in un minuzioso monitoraggio della campagna 2013. «I politici usano i social in maniera grezza _ spiega Elisa Angelici, analista di Cybion _ ma comunque efficace. Twitter ad esempio è diventato una sorta di agenzia di stampa autogestita per raggiungere i media tradizionali senza intermediari. Quanto questo però poi finisca per muovere consensi reali non lo possiamo valutare. Probabilmente pagherebbe di più un approccio più social. In cui si dialoga uno a uno. Magari con meno riscontri immediati ma con una interazione più profonda. E poi serve essere reali. E non avere lo staff che risponde. Cosa su cui ad esempio si critica Monti, che ha dietro il guru della comunicazione di Obama, ma quando poi scrive "wow"su twitter è davvero poco rispondente all'immagine che la gente ha di lui».

Sulla notizia. Reali insomma, e sulla notizia: «Twitter ad esempio si “agita” improvviso su un tema, un evento – continua l’analista di Cybion – e bisogna essere rapidi a cogliere l’attimo. O abbastanza influenti da crearlo. Per farlo bastano persone presenti e che conoscano il mezzo. Ad esempio monitorando i siti sardi abbiamo trovato un ottimo esempio di come usare pinterest (un altro social molto in voga ndr) a Cagliari, nella pagina del Pd cittadino. E ci sono altri piccoli esempi di ottima comunicazione».

Social pieni urne vuote. Comunicazione da prendere comunque con le pinze: «La misurazione della popolarità dei singoli candidati sui social – chiude l’esperta – si è dimostrata uno specchio poco realistico di quel che accade nella realtà, più che mai a livello locale. Il raggiungimento di un elevato numero di follower non è da solo misura del successo di una strategia comunicativa né paragonabile a un’intenzione di voto. Per quello noi più cerchiamo di andare oltre il semplice approccio quantitativo e preferiamo mappare il dibattito e profilare politici e utenti durante le loro interazioni».

Occhio al tweet. Stando attenti che il tutto non sfugga di mano. A saperli usare twitter, facebook, istangram e pinterest, ask e vine possono aiutare. Ma non bisogna mai dimenticate che la propria home o tweet-line sono tutt'altro che luoghi privati. Bene lo sanno il portavoce del Pdl in consiglio regionale, finito nella bufera (unico evento sardo “catturato” dalla ricerca su social e elezioni Italia2013.me) per un commentaccio su Vendola rilanciato dalle agenzie. O il coordinatore della segreteria regionale di Silvio Lai. Che per una battuta un po' pesante su twitter contro Capellacci ha dovuto chiedere scusa a governatore e malati ricoverati in un ospedale di Cagliari. Meglio rimanere un po’ 1.0 insomma. Almeno fino a quando non si è imparato.

@giovanni_bua

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