La Nuova Sardegna

Sassari

Contro la vicina armato di martello: pagherà una multa

SASSARI. Dall’appartamento al piano di sopra provenivano perdite dall’odore nauseabondo, tanto da chiedere l’intervento della Asl. A nulla erano valse le richieste al proprietario di riparare la...

06 febbraio 2013
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SASSARI. Dall’appartamento al piano di sopra provenivano perdite dall’odore nauseabondo, tanto da chiedere l’intervento della Asl. A nulla erano valse le richieste al proprietario di riparare la colonna montante del servizio igienico, “responsabile” della perdita. All’ennesima richiesta, questi afferrò per il collo l’inquilina del piano di sotto che si lamentava, brandendo un martello, al grido di “T’ammazzo”. Ieri il giudice ha ritenuto colpevole di minacce e lesioni Giulio Delogu, 54 anni di Sorso, vicino di casa della persona offesa, Nicolina Carta, parte civile nel processo assieme al genero, Gavino Mannu, 49, di Sennori, anche lui destinatario delle minacce. A Delogu, difeso dall’avvocato Lidia Marongiu, il giudice Salvatore Marinaro ha inflitto la condanna a una multa da 850 euro, mentre lo ha assolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di danneggiamento. Contestazione che deriva dalla denuncia di Carta e Mannu (assistiti dall’avvocato Enrico Cossu), in riferimento alla rottura di vasi di fiori della signora. I fatti risalgono al 20 maggio 2006, quando Delogu viene affrontato dalla donna, stanca delle infiltrazioni che lei attribuisce alla rottura di un tubo riconducibile all’appartamento al piano di sopra, quello di Delogu. Ma lui ha un martello in mano e - stando a quando sancito il giudice di primo grado - lo avrebbe brandito contro l’anziana oggi 74enne, gridando “Ti ammazzo, mi hai rotto i c.., vi prendo a calci nel c.. fino a Sennori”, riferendosi evidentemente anche al genero di lei, Mannu. Ma prima che qualcuno accorresse in difesa della donna, Delogu l’avrebbe afferrata per la gola, provocandole lesioni - è l’accusa - guaribili in meno di venti giorni. Caduta in prescrizione l’accusa di porto di martello, considerata un’arma impropria non autorizzata. Alle vittime, in totale, dovrà pagare 1.500 euro di provvisionale. (e.l.)

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