La Nuova Sardegna

Sassari

Bonorva, per le case allagate nel 2006 imprenditori assolti

di Elena Laudante

SASSARI. Assolti prima ancora di arrivare davanti al giudice. Nessuna colpa può essere attribuita ai tre imprenditori che eseguirono i lavori per far fronte al dissesto idrogeologico che nel 2004...

08 febbraio 2013
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SASSARI. Assolti prima ancora di arrivare davanti al giudice. Nessuna colpa può essere attribuita ai tre imprenditori che eseguirono i lavori per far fronte al dissesto idrogeologico che nel 2004 aveva causato l’apertura di una voragine in via Limbara, nel centro di Bonorva. Da quell’episodio, erano stati eseguiti lavori di riparazione in diversi punti del paese, che per la Procura furono eseguiti male tanto da provocare, poi, l’inondazione di diverse case, nel 2006, in seguito a violenti piogge. Imputati sono l’allora sindaco, due tecnici e tre imprenditori. Ma ieri il giudice dell’udienza preliminare Maria Teresa Lupinu ha prosciolto tre titolari delle ditte esecutrici: Gianni Milani, Roberto Fiori e Pietro Sedda Tolu, difesi dai legali Stefano Carboni, Andrea Soddu e Paolo Tuttu, Marco Marcotullio e Renato Botrugno.

L’udienza preliminare di ieri ha fatto registrare anche un piccolo colpo di scena. L’appuntamento con pm e avvocati era fissato per la discussione del rito abbreviato, scelto dall’ex sindaco Mimmia Deriu, dal collaudatore delle opere Antonio Deiosso e dall’allora responsabile dell’ufficio tecnico Gavino Masala, imputati di aver fatto persistere il pericolo di inondazione e falso. Ma il gup, a sorpresa, ha riaperto l’istruttoria incaricando un esperto. L’ingegnere Luciano Cadoni, dirigente della Direzione centrale difesa e politiche di Protezione civile, dovrà stabilire se i certificati di collaudo fossero falsi, cioè se dai documenti dei vari appalti si può dedurre che, come sostiene il pm Paolo Piras, le opere non andavano collaudate. È questo che la Procura contesta, in modo particolare, all’ingegnere Antonio Deiosso, difeso dall’avvocato Gabriele Satta, imputato di falso in concorso con Deriu e Masala, assistiti dal penalista Agostinangelo Marras. Incaricando un perito, decisione assunta di sua iniziativa senza che vi fosse alcuna richiesta delle parti, il giudice vuole avere la certezza del valore di quelle attestazioni, indispensabile per stabilire se gli imputati sono responsabili o meno per i numerosi allagamenti del 2006. È questione tecnica, e per questo l’ultima parola spetta all’esperto che depositerà la relazione entro 90 giorni. Solo a quel punto, si arriverà a sentenza.

Un primo pronunciamento, però, ieri c’è stato. E riguarda il ruolo di chi quelle opere le avrebbe eseguite. Solo col deposito delle motivazioni si potranno scoprire le ragioni dell’assoluzione. Di certo, gli impresari Milani, Fiori e Tolu sono estranei all’accusa di aver causato le inondazioni perché le opere non sarebbero state eseguite a regola d’arte.

Il pubblico ministero Paolo Piras aveva sollecitato il rinvio a giudizio e in aula si sono costituiti parte civile il Comune e alcuni cittadini le cui abitazioni subirono danni dalle piogge del 2006, difesi dai legali Anna Laura Vargiu e Gian Marco Mura. Secondo le indagini, l'allora vertice dell'amministrazione comunale e i tecnici avrebbero precise responsabilità rispetto «ai lavori urgenti idrico-fognari per far fronte al dissesto idrogeologico causato dalle piogge del 28 ottobre 2004» e avrebbero attestato falsamente la collaudabilità dei lavori. Ma ieri parte delle accuse sono cadute.

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