La Nuova Sardegna

Sassari

Otto anni all’ex forestale che adescò una tredicenne

di Cristina Genesin
Otto anni all’ex forestale che adescò una tredicenne

L’uomo è di Bono ma l’episodio si è verificato a Monselice vicino a Padova Satta si sarebbe fatto inviare foto porno spacciandosi per un diciottenne

09 febbraio 2013
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MONSELICE. Pesante l’accusa contestata: pornografia minorile e tentata estorsione per essersi fatto inviare fotografie erotiche da una studentessa appena tredicenne, originaria di un Comune del Monselicense, vicino a Padova, in cambio di ricariche telefoniche da 15 e 30 euro.

Il pubblico ministero Benedetto Roberti aveva chiesto la condanna nella sua requisitoria del novembre scorso. Ieri pomeriggio il tribunale di Padova quella richiesta l’ha integralmente accolta. E ha inflitto otto anni e un mese di carcere a Gian Paolo Satta, 47 anni, ex operaio della Forestale residente a Bono, attualmente detenuto nel carcere di Iglesias. Non solo: l’imputato dovrà anche pagare una multa di 40.500 euro oltre a un risarcimento sostanzioso alla parte civile, la ragazzina e i suoi genitori.

Spacciandosi per un diciottenne, l’uomo aveva avviato un rapporto di amicizia con la ragazzina, convincendola a fotografarsi in pose scabrose e disinibite, e poi a tramettergli quelle immagini via mms. Per rendere più appetibile quella proposta, non aveva esitato a promettere il pagamento di ricariche telefoniche. Per un po’ la giovane aveva accettato, poi si era stancata anche di fronte all’insistenza di quello sconosciuto e aveva raccontato tutto ai genitori. L’inchiesta aveva svelato la vera identitià del misterioso interlocutore.

La decisione del tribunale non è stata una sorpresa. Del resto il 14 luglio 2010, con rito abbreviato che consente lo sconto di un terzo della pena, Satta era stato condannato a sei anni di carcere e al pagamento di una multa di 54 mila euro per lo stesso reato compiuto nei confronti di tre quindicenni padovane, residenti sempre nell’area di Monselice e di Piove di Sacco.

E la pronuncia di primo grado è stata confermata in appello. Il 9 luglio dell’anno scorso erano scattati gli arresti per Satta, tornato a vivere a Bono appena da qualche giorno dopo aver finito di espiare una pena di tre anni nel carcere di Lugano, in Svizzera, per il reato di violenza sessuale nei confronti di una giovane originaria dalla Mongolia che aveva risposto a un annuncio per trovare lavoro. Pena cessata in anticipo per buona condotta.

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