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Apre l’oratorio dedicato al piccolo Raimondo

ITTIRI. Ciò che appena trent’anni fa era una cosa normalissima, oggi diventa un grande avvenimento e suscita l’interesse al partecipazione della collettività. È ciò che e successo a Ittiri, nei...

13 febbraio 2013
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ITTIRI. Ciò che appena trent’anni fa era una cosa normalissima, oggi diventa un grande avvenimento e suscita l’interesse al partecipazione della collettività. È ciò che e successo a Ittiri, nei giorni scorsi, quando con una straordinaria partecipazione di ragazzi e di genitori e alla presenza del sindaco Tonino Orani è stato inaugurato l’oratorio parrocchiale di San Francesco.

La consegna dei locali, ristrutturati su progetto dell’architetto Andrea Sussarellu, è stata fatta dal Superiore della Fraternità francescana provinciale. L’oratorio è stato dedicato al piccolo Raimondo Sechi deceduto qualche anno fa a causa di un incidente stradale. Per continuare il percorso francescano, iniziato assieme al piccolo Raimondo, la madre Iana ha chiesto e ottenuto la collaborazione del parroco padre Antonio Cugusi e di padre Francesco Sechi. «L’idea dell’oratorio è nata per dare continuità, nel ricordo, al grande affetto che i ragazzi hanno dimostrato partecipando numerosi ai tornei e ad altri eventi in suo ricordo – hanno spiegato i genitori di Raimondo –. Quei ragazzi che assieme a nostro figlio facevano parte del gruppo dei “giovani francescani”. Sono stati proprio loro a realizzare la targa dedicata a Raimondo e a curare i particolari dell’arredamento. Ma soprattutto, ci sono stati vicini con grande impegno e incoraggiamento».

L’inaugurazione è avvenuta nella massima semplicità e familiarità, così come si addice ad un avvenimento per giovani. Ciò che i ragazzi cercano con maggior interesse è lo spirito di accoglienza che crea un clima di speranza e aiuta alla socializzazione. Già dal giorno dell’apertura i ragazzi hanno frequentato numerosi i locali dell’oratorio dove possono dar sfogo alla loro vocazione agonistica attraverso numerosi giochi, tra i quali non potevano mancare i classici ping-pong e il biliardino. L’immagine di Raimondo che guarda con un dolce sorriso quanti lo conobbero nella sua breve vita è i simbolo del valore di un bambino. La presenza, tutti i pomeriggi, di numerosissimi ragazzi testimonia il bisogno di essere ascoltati e l’esigenza di crescere con la consapevolezza dei propri limiti e quindi di rimanere con i piedi per terra senza rincorrere “Grandi fratelli” o palloni di calcio che spesso si fermano ai bordi del campo parrocchiale o comunale.

Vincenzo Masia

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