La Nuova Sardegna

Sassari

La Valle dei nuraghi sotto la minaccia del termodinamico

di Emidio Muroni
 La Valle dei nuraghi sotto la minaccia del termodinamico

Allarme a Bonorva: la Energogreen (Fintel) vuole costruire una mega centrale su 235 ettari ricchi di siti archeologici

24 febbraio 2013
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BONORVA. Un’autentica bomba ecologico-ambientale sta per essere collocata e innescata nella fertile “Valle dei nuraghi”, in località “Madruncula”. Un incredibile attentato al cuore del Mejlogu. Il grido d’allarme, forte e deciso, è stato lanciato dal sindaco Giammario Senes, nel corso dell’ultimo consiglio comunale. La “Sunwise capital ltd, (Energogreen Renewables), una società controllata dal gruppo Fintel, ha presentato alla Regione la richiesta di verifica di screening ambientale per la realizzazione di un impianto solare termodinamico “Giave-Bonorva”, della potenza di 50 Mwe. L’impianto, (un moderno ecomostro), che dovrebbe essere realizzato su oltre 235 ettari di terreno agrario, per 2/3 in territorio di Bonorva e per la restante parte in quello di Giave, prevede la costruzione di specchi collettori parabolici lineari, posti a oltre 5 metri d’altezza, che dovrebbero focalizzarne la radiazione solare su un tubo ricevitore posto lungo il fuoco della parabola. L’energia assorbita dovrà essere trasferita a un fluido di lavoro costituito da sali fusi che sarà fatto fluire al suo interno e il calore utilizzato per la produzione del vapore che alimenterà una turbina per la produzione di energia elettrica.

La notizia, nonostante, dall’inizio di febbraio, fosse stata resa pubblica, con l’annuncio nel nostro quotidiano, non aveva probabilmente destato l’attenzione degli amministratori locali che, nell’apprenderla, sono sobbalzati sulla sedia e, all’unanimità, hanno respinto, con le più svariate motivazioni, tutte legittime e più che valide, la richiesta di costruzione del “mostro strutturale” che, come ha affermato il sindaco, «devasterebbe per sempre un territorio ad alta vocazione turistica, ricchissimo di monumenti ed emergenze archeologiche per la cui valorizzazione l’amministrazione, e con essa la Regione Sarda, ha già investito diverse decine di milioni di euro e realizzato importanti strutture ricettive». A questo proposito si pensi solo al villaggio medioevale di Rebeccu, ai numerosi nuraghi, fra i quali Sant’Antine, Oes,etc,, alle tombe ipogeiche di Sant’Andria Prius, alla tenuta Mariani.

«Valorizzare il paesaggio e l’ambiente è non solo una risorsa strategica fondamentale, ha osservato l’assessore Giuseppe Ghisu, per l’attuale crescita del territorio, ma anche un bene da salvaguardare per le future generazioni». «Non vogliamo che i nostri figli abbiano in eredità un territorio distrutto da un simile mostro ecologico che diventa anche un pericolo incombente – ha lamentato l’assessore Battista Dettori – con l’invasione della parte del territorio di maggior pregio agrario, famoso per essere stato definito “il granaio della Sardegna”». «Un territorio che, con la distruzione e cancellazione dei valori fondanti della nostra cultura identitaria, dei paesaggi e le tradizioni agricole delle nostre campagn – ha detto Pier Paolo Falchi – rischia seriamente una perdita grave d’identità, della cultura rurale che ne derivava e del paesaggio che la caratterizzava e caratterizza».

La notazione più forte e decisa è data dalla specificità di un territorio sicuramente fra i più ricchi di testimonianze di antiche civiltà e sul freno da porre al saccheggio di vaste estensioni di suoli nelle sottozone E, caratterizzati da produzioni di primaria importanza per la funzione agricola, che sarebbero irrimediabilmente compromesse. Ne deriverebbero pochi interessi per la collettività che non può subire il concretizzarsi di un tale disastro con l’offerta di un tozzo di pane e per il solo beneficio delle multinazionali.

Un evento che l’amministrazione intende scongiurare. A tal fine ha programmato un urgente tavolo di lavoro, con la presenza, oltre che degli amministratori, di esperti e tecnici del settore, per elaborare, entro il 17 Marzo, una risposta scritta, concreta, seria e immediata che chiunque può presentare al Savi, Assessorato Regionale dell’Ambiente, Via Roma 80, 09123 Cagliari, contro una proposta ritenuta inaccettabile, anche perché inserita in un contesto storico ambientale di notevole pregio. Meritevole, e già oggetto, di adeguata tutela e valorizzazione archeologica e turistica.

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