La Nuova Sardegna

Sassari

Il comitato del “No” a convegno in vista del referendum

di Mario Bonu

Sabato a Cossoine un’assemblea pubblica per discutere del progetto per una megacentrale termodinamica

27 febbraio 2013
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COSSOINE. L’indizione del referendum sul termodinamico a Su Padru per il 17 marzo, contribuirà a fare chiarezza su una vicenda che si trascina da mesi, e che finora ha visto su posizioni apparentemente inconciliabili i sostenitori del “No” alla centrale termodinamica e l’amministrazione comunale. La campagna referendaria è, nei fatti, già iniziata, e un primo importante appuntamento sarà quello promosso dal “Comitato per il no al termodinamico” per sabato 2 marzo. Con inizio alle 18, al centro sociale, si terrà una assemblea pubblica sulle problematiche naturalistiche e culturali connesse all’impianto progettato dalla Energo Green. Sono previsti gli interventi di Ignazio Camarda, docente di Botanica alla facoltà di Agraria dell’università di Sassari, e di Marcello Madau, archeologo e docente di Beni culturali e ambientali all’Accademia delle Belle arti di Sassari. I lavori saranno coordinati da Mauro Gargiulo, responsabile del settore energie rinnovabili del Wwf Sardegna. All’incontro verranno invitati anche i sindaci e gli amministratori comunali che, a vario titolo, hanno avuto a che fare con le problematiche inerenti la cosiddetta “green economy”. A iniziare da quelli del vicino Comune di Bonorva, ultimo arrivato in ordine di tempo, nell’ormai non più ristretto club dei Comuni “prescelti” per la sperimentazione di quelle tecnologie che, valide e positive in linea di principio, comportano un consumo di territorio e uno stravolgimento di storie, tradizioni, culture, assolutamente insostenibile. Ma il referendum di Cossoine potrebbe avere anche un’altra valenza, assai importante per il paese. Se l’esito della consultazione, infatti, dovesse essere quello largamente atteso – in qualche modo preventivamente certificato dalle 469 firme (su 772 elettori) raccolte dal comitato per il “no” – si andrebbe a ricomporre la frattura che nei fatti si è creata fra i sostenitori del no e l’amministrazione comunale. In caso di vittoria degli oppositori alla centrale, infatti, il Comune si dovrebbe schierare insieme alla popolazione contro il progetto della Energo Green. Un progetto che prevede la sottrazione di 160 ettari di terreno pianeggiante all’agricoltura, per l’installazione di una megacentrale termodinamica da 30 Mwe. L’iniziativa della Energo Green era stata presentata per la prima volta pubblicamente il 2 agosto dello scorso anno, e subito aveva incontrato l’opposizione unanime dei presenti, mentre l’amministrazione comunale aveva scelto una posizione “neutrale”. Contro lo stesso progetto erano intervenute, in tempi successivi, tutte le associazioni ambientaliste della Sardegna: Gruppo di intervento giuridico, Amici della Terra, Italia Nostra, Wwf. E nel frattempo si era costituito il “Comitato per il No al termodinamico”, che ha condotto una intensa campagna di informazione e di mobilitazione. E anche grazie all’opposizione del Comitato, oltre che delle associazioni ambientaliste, prima il Savi (Servizio ambiente e valutazione impatti) e poi la Giunta regionale, con la deliberazione n. 48/37 del 11.12.2012, avevano stabilito che il progetto della Energo Green venisse assoggettato alla “Via” (Valutazione di impatto ambientale).

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