La Nuova Sardegna

Sassari

Discarica di amianto di fronte a Baratz

SASSARI. Stavolta i soliti ignoti hanno alzato il tiro. E non si sono limitate a liberarsi dei soliti rifiuti. Davanti alla piazzola di ingresso del lago di Baratz è stata abbandonata una...

06 marzo 2013
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SASSARI. Stavolta i soliti ignoti hanno alzato il tiro. E non si sono limitate a liberarsi dei soliti rifiuti. Davanti alla piazzola di ingresso del lago di Baratz è stata abbandonata una montagna di amianto. Un vero e proprio attentato sia all’ambiente sia alla salute di chi vuole trascorrere qualche ora a contatto con la natura, in un ecosistema particolre come quello di un lago.

Indubbiamente che si è liberato dell’amianto non voleva andare incontro a lungaggini burocratiche, oltre che a una spesa consistente. L’amianto, sostanza altamente cancerogena, deve essere trattato solo da imprese specializzate e certificate. Una bonifica che, quindi, non può essere affidato alle solite squadre di operai comunali ma a tecnici esperti. Tecnici che devono operare in assoluta sicurezza e perciò dotati di protezioni personali particolarmente adatte a evitare ogni contatto con l’asbesto. Cioè le minuscole fibre di amianto che se respirate provocano tumori polmonari e, nei casi più fortunati, “solo” una forma di pleurite particolarmente difficile da debellare.

Si spiega anche con gli alti costi per lo smaltimento dell’amianto, la ritrosia di privati e imprenditori a contattare le imprese specializzate nella rimozione di tettoie e vasconi, che per decenni sono state realizzate utilizzando miscele di cemento ad alta concentrazione di amianto. Solo nel 1992 è stata vietata la produzione di manufatti in amianto, ma nel frattempo la sostanza era stata utilizzata a piene mani per la costruzione sia di edifici privati sia di quelli pubblici.

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