La Nuova Sardegna

Sassari

Santa Maria di Pisa, una famiglia occupa la sede dei volontari

di Nadia Cossu
Santa Maria di Pisa, una famiglia occupa la sede dei volontari

L’associazione “Più giovani meno giovani” aiuta gli anziani del rione ma da due giorni non può più esercitare le attività

07 marzo 2013
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SASSARI. Solo una settimana fa i volontari dell’associazione “Più giovani meno giovani” con fierezza e con il sorriso sulle labbra raccontavano le attività organizzate per aiutare gli anziani del quartiere di Santa Maria di Pisa. Corsi di cucito, di ricamo, di maglieria, di decoupage. Donne che mettono a disposizione le proprie mani d’oro per insegnare agli altri un’arte. Ma soprattutto uomini e donne che hanno voglia di restituire alle persone sole il sorriso.

Il presidente è Giuseppe Mariani, da tempo impegnato nel mondo del volontariato e della solidarietà insieme alla moglie Maria Migheli.

Ebbene: da due giorni questi volontari non hanno più una sede. Una famiglia all’imbrunire ha forzato la porta d’ingresso occupando la stanza nella quale l’associazione svolgeva le attività. Uno spazio che il Comune aveva assegnato in comodato d’uso alla Chiesa (parrocchia di Santa Maria di Pisa). Padre, madre e tre figlioletti senza una casa dove andare hanno deciso di stabilire lì la propria dimora.

La sorpresa per i volontari non è stata certo piacevole. «Qualcuno ci ha avvisato e quando siamo andati in sede loro erano già dentro – raccontano – c’erano dei lettini, un forno, tutto in mezzo alle nostre cose. Lì abbiamo pc, stoffe, documenti, attrezzatura varia». Difficile da accettare una situazione del genere per chi da oltre vent’anni ha fatto del volontariato una scelta di vita aiutando persino quelle stesse persone che due giorni fa hanno occupato la stanza.

I soci di “Più giovani meno giovani” si sono rivolti immediatamente al Comune chiedendo di trovare quanto prima una soluzione. L’ideale, certo, sarebbe che alla famiglia venisse assegnata una sistemazione adeguata altrove. Del caso si sono occupati ieri i Servizi sociali che hanno fatto un sopralluogo nella stanza e che ora presenteranno una relazione all’assessore alle Politiche abitative.

Sul posto, due giorni fa, sono andati anche i carabinieri di Sassari, proprio perché i volontari si sono trovati improvvisamente fuori dalla propria “casa”. «Capiamo il disagio che può vivere una famiglia in quella situazione e infatti vorremmo e ci auguriamo che prima di tutto venga trovata una sistemazione dignitosa per loro». Ma certamente non avere più la possibilità di ricevere gli anziani, ascoltarli o semplicemente rivolgere loro una parola di conforto «per noi – spiegano i soci – è una sofferenza. Lo facciamo da tempo tra mille difficoltà e ritrovarci ora in questa situazione non è per niente facile».

L’unica speranza è che il Comune possa fare al più presto qualcosa per aiutare entrambi: la famiglia senza casa e chi ogni giorno spende la propria vita per gli altri. Due facce di una stessa medaglia.

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