La Nuova Sardegna

Sassari

«Profondo rispetto»

di Andrea Filippi
«Profondo rispetto»

Il nuovo direttore della Nuova Sardegna, Andrea Filippi, si presenta ai lettori

17 marzo 2013
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Profondo rispetto. È questo il sentimento che prevale in me oggi che sono chiamato ad assumere la guida della Nuova. Rispetto per un’isola bellissima e fiera, afflitta da gravi problemi ma mai doma. Rispetto per la sua gente, che tanto ha dato all’Italia: sangue e braccia, passione civile ed idee. Rispetto infine per la Nuova Sardegna e per la sua storia, 120 anni di vita che non sono solo il racconto, la descrizione quotidiana dei fatti, ma che ci permettono di affermare che questo giornale oggi rappresenta il cuore e l’anima della sua terra. La Nuova non è solo un grande e importante organo di informazione, è anche lo scrigno che custodisce le storie, le tradizioni e le memorie, il salotto in cui una intera comunità discute, si confronta e progetta il proprio futuro.

Un giornale istituzione, o, se preferite, una bandiera del territorio. Forse, e lo dico con grande rammarico, una delle poche rimaste.

In questi anni la Nuova è riuscita nell’impresa di conservare e accrescere il proprio ruolo accompagnando la cronaca obiettiva dei fatti con una puntuale opera di stimolo, sempre e solo rivolta alla salvaguardia dell’interesse della gente sarda. La mia prima responsabilità sarà quindi quella di preservare e se possibile rafforzare questo legame, mantenendo sempre vivo il dialogo con i lettori, che ne costituisce l’essenza più profonda. Sono convinto che la formula per rinsaldare il tessuto che lega i sardi al loro quotidiano debba passare attraverso l’innovazione, avendo come fine ultimo un giornale sempre più aperto alla città, capace di un dialogo a doppio senso con i propri lettori in un continuo rimando di proposte, segnalazioni e racconti. Lo faremo con tutti i mezzi a nostra disposizione, dal sito internet del giornale ai social network più popolari, ma consci che la grande forza del nostro quotidiano è la capacità di raccontare capillarmente e interpretare genuinamente la provincia sarda, grazie alla forza ed al radicamento delle nostre redazioni locali.

Insomma, innovare nel rispetto della tradizione è la sfida che ci aspetta. Ma non è l’unico impegno che sento di dover rinnovare. Paolo Catella, che ringrazio sinceramente, mi consegna una Nuova libera e autorevole, pluralista e fiera della sua indipendenza. Un’eredità che mi vincola a continuare sulla strada di un giornalismo che sa dare voce a tutti ma che non ha paura di prendere posizione, che giudica sulle cose e non sugli schieramenti, che è pronto a disturbare il manovratore tutte le volte che vede messo in pericolo l’interesse del lettore. L’unico interesse che mi preme.

Abbiamo alle spalle anni durissimi e abbiamo davanti mesi che si prospettano altrettanto difficili. Sappiamo, purtroppo, che saranno le cronache della crisi a riempire ancora a lungo le pagine del giornale. Così come sappiamo che la nuova, caotica, stagione della politica è destinata ad acuire, anziché risolvere, gli annosi problemi che la Sardegna si porta dietro: dal dramma del lavoro all’emergenza ambientale, fino al rischio di degrado sociale. Da parte nostra siamo pronti a raccontare, denunciare e sollecitare risposte, cercando sempre di andare oltre le apparenze, le verità di comodo e i luoghi comuni. Pronti, ancora una volta, a mettere il nostro mestiere e la nostra coscienza di giornalisti al servizio della verità e della trasparenza. Un compito non facile ma che so di poter affrontare forte di una redazione attenta, vivace e qualificata, e con il supporto fondamentale del Gruppo Espresso, autentica garanzia di libertà professionale.

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